- Tom DeLonge - chitarra e voce
- Mark Hoppus - basso e voce
- Scott Raynor - batteria
1. Carousel (03:14)
2. M+M's (02:39)
3. Fentoozler (02:04)
4. Touchdown Boy (03:10)
5. Strings (02:25)
6. Peggy Sue (02:38)
7. Sometimes (01:08)
8. Does My Breath Smell? (02:38)
9. Cacophony (03:05)
10. TV (01:41)
11. Toast And Bananas (02:42)
12. Wasting Time (02:49)
13. Romeo And Rebecca (02:34)
14. Ben Wah Balls (03:55)
15. Just About Done (02:16)
16. Depends (02:48)
Cheshire Cat
Pur essendo San Diego una grande ed importante città, dal punto di vista musicale non sono poi tantissimi i gruppi di spicco nati nella metropoli californiana. Il primo che salta in mente, perlomeno riferendosi al Punk Rock, si chiama Blink 182 e nasce quattordici anni fa per volere del chitarrista e cantante Thomas Matthew De Longe. Esistono diverse versioni su chi altro, insieme a Tom, prende la decisione di mettere in piedi un complesso musicale, fatto sta che del primo nucleo fanno parte anche Mark Allan Hoppus e Scott Raynor, rispettivamente bassista e batterista. Il trio si fa chiamare inizialmente Blink e comincia a suonare dal vivo in vari locali della west coast. Nel 1993 escono due demo, Flyswatter e Buddha, che valgono alla band un contratto discografico con la Grilled Cheese Records. Un anno più tardi esce quindi il primo full lenght dei Blink, Cheshire Cat, dopo la cui pubblicazione saltano fuori però grossi problemi. Un gruppo Techno irlandese rivendica infatti il nome Blink, costringendo perciò Tom e compagni ad aggiungere al proprio monicker lo storico numero 182. Nel 1995 Cheshire Cat viene quindi ristampato, abbastanza frettolosamente a dire il vero, con il nuovo marchio.
Molte tracce dell'album non sono inedite, facevano infatti parte dei vecchi demo, e vengono qui riproposte con una qualità audio nettamente superiore. Cheshire Cat offre uno scorcio sui primi Blink 182, quelli marcatamente Punk, quelli ancora lontani dal divertimento incondizionato. I ritmi sono davvero serrati, le parti di chitarra e di basso essenziali, mentre dietro al microfono si alternano, come da tradizione, Mark e Tom. Si parte con Carousel, una delle più belle canzoni scritte dal gruppo californiano, come testimonia la presenza della stessa sul recente Greatest Hits. Il pezzo presenta alcuni spunti interessanti, fra cui cambi ritmici e ripartenze al fulmicotone, ma si contraddistingue anche per una schiettezza inverosimile. Nonostante questo, i Blink 182 sembrano già sapere il fatto loro, destreggiandosi piuttosto bene nel loro campo. Non a caso Cheshire Cat è considerato uno dei debut album più sorprendenti di sempre per quanto concerne il Punk melodico. M+M's, altro brano storico, coinvolge l'ascoltatore grazie ad un riffing travolgente, efficace a prescindere dalla semplicità. Con Fentoozler le velocità divengono meno fulminee e fanno la loro comparsa i primi classici cori, ma il risultato non cambia. Touchdown Boy porta avanti, a sua volta, quanto di buono fatto fino ad ora, accentuando ulteriormente l'orecchiabilità.
Va detto, che anche l'avere in formazione ben due cantanti aiuta, in quanto si evita di annoiare e c'è inoltre la possibilità di combinare le rispettive voci, formando qualcosa di ben più elaborato. In Cheshire Cat i Blink 182 sono ancora alle prime armi, ma si iniziano già a sentire i primi progressi in questo campo. Le sperimentazioni avranno l'effetto sperato nei dischi successivi, qui sono altri gli elementi da apprezzare. Uno dei principali difetti di Cheshire Cat è il drumming, alquanto ripetitivo in alcuni frangenti, forse per mancanza di tecnica da parte di Scott. A causa sua brani come Strings o Peggy Sue non riescono purtroppo ad esprimere tutte le loro potenzialità. Durante quest'ultima si possono inoltre notare le carenze di una produzione comprensibilmente mediocre. Ci pensano comunque Tom e Mark a tornare ai fasti di Carousel con Sometimes e Toast And Bananas, due tracce a dir poco travolgenti. Nella parte conclusiva del disco emergono invece Wasting Time, simile ad un irresistibile vortice pigliatutto, l'apparentemente flemmatica Cacophony, e Ben Wah Balls, singolare canzone accompagnata saltuariamente dal ritmo in levare. Trascurabile infine Just About Done, troppo sconclusionata per poter essere giudicata positivamente.
Nonostante gran parte dei suoi pezzi siano già comparsi su lavori precedenti, Cheshire Cat risulta un'opera mirabile, in cui sono la genuinità e la franchezza a farla da padrona. Non si tratta certo di un disco completo o comunque solido, qui conta l'impatto sonoro, la grinta, e i Blink 182 ne hanno da vendere. Cheshire Cat rappresenta il primo passo verso la scalata al successo internazionale, la prima tappa di un'ascesa inarrestabile che porterà la band americana sul tetto del mondo, in mutande chiaramente.