- Ozzy Osbourne - voce
- Tony Iommi - chitarra
- Terence "Geezer" Butler - basso
- Bill Ward - batteria
1. War Pigs/Luke's Wall
2. Paranoid
3. Planet Caravan
4. Iron Man
5. Electric Funeral
6. Hand of Doom
7. Rat Salad
8. Fairies Wear Boots/Jack the Stripper
Paranoid
Le parole "nero" e "occulto" all'interno del rock sono associate ad un particolare nome, storico ed inequivocabile: Black Sabbath. Dopo una breve esperienza sotto il nome di Polka Pulk Blues Band, la formazione inglese di Birmingham, guidata dal famoso frontman Ozzy Osbourne, personaggio poco dotato canoramente ma che grazie al suo carisma ancora oggi riesce a far parlare molto di sè, rappresentò fin dal principio degli anni '70 una svolta che mai prima di allora il mondo del rock aveva conosciuto, anticipata (in parte) solo da gruppi come i Black Widow, prima folk band "nera", i Coven, che fra l'altro presentavano curiose quasi omonimie, e parzialmente anche dai Led Zeppelin con i loro riferimenti nascosti al mistico (si pensi al crowleriano "Zoso" o al dipinto della caduta di Lucifero in un loro album).
Si era assistito al fascino un po' ribelle di Elvis, alle melodie d'amore dei Beatles, alla canzone di protesta di Bob Dylan. Ora invece, il look si faceva decadente, le tematiche iniziavano a trattare di occultismo, morte e magia nera, e le sonorità divennero, per l'epoca, cupe, pesanti, capaci di ricreare atmosfere oscure e orrorifiche. Questa innovazione, rivoltando tutto e portando una nuova dimensione nella musica, quella dell'attitudine dark, venne resa celebre anche e soprattutto grazie alla figura di Ozzy, perennemente squattrinato ma quando possibile vestito di nero (come d'altronde tutti i membri del gruppo), croce di latta al collo e capacità di attrarre a sè il grande pubblico con il suo carisma nei live e i suoi gesti teatrali, come il suo dipingersi la faccia di rosso nei tour pre-Sabbath o il leggendario "morso del pipistrello" negli anni '80.
L'importanza dei Black Sabbath, ad ogni modo, non si ferma qui: assieme ad altre celebri formazioni hard rock loro rappresentano uno dei punti di riferimento più importanti della futura esplosione heavy metal. I Black Sabbath sviluppando il proprio stile nel corso della loro discografia, con i poderosi riff e gli assoli graffianti del grande Tony Iommi, espandono il suono dell'hard rock proiettandolo verso la direzione "heavy" e anticipando gli spunti del metal, per forinre così la base su cui Iron Maiden e soci perfezioneranno gli stilemi tecnici provenienti dall'attitudine dinamica e più rockeggiante di figure cardine come i Deep Purple o i Thin Lizzy. Bassisti come Steve Harris prenderanno molto dallo stile del bassista "Geezer" Butler, il cui apporto è, infatti, fondamentale nel suono Sabbath, che è anche uno dei primi a privilegiare le ritmiche più marcate rispetto alle dirette melodie (e in questo sono già più heavy metal che hard rock).
Ma molto più dell'heavy metal, è il cosiddetto doom il vero "figlio" dei Black Sabbath, che non solo si limitano a dettarne le basi scrivendo gran parte di quello che Pentagram prima e My Dying Bride poi apprenderanno, ma si potrebbe addirittura dire che lo inventano praticamente, anticipandone i riff lenti e cadenzati (che saranno un po' il marchio di fabbrica del genere) inseriti in strutture ripetute dalle atmosere decadenti e malinconiche.
Ed anche se la futura evoluzione del doom svilupperà il genere verso realtà pure diverse nei dettagli stilistici dai Black Sabbath, come in una rete che si protrae verso più direzioni (anche a seconda di altre influenze che tirano la maglia verso una direzione o l'altra), alla base di tutto permarranno sempre Ozzy & soci, pilastri fondamentali di tutto.
Il primo omonimo debutto rappresentò il primo importante capitolo di quanto riassunto qui sopra. Nessuno allora si sarebbe immaginato che dal blues dei decenni precedenti la musica si sarebbe evoluta fino al macabro riff della titletrack. Un disco fu più eloquente di molte parole, trovando anche spunti r'n'b (NIB) e addirittura jazz (Sleeping Village) e divenendo in definitiva un capisaldo importantissimo nella storia del rock. Ma è comunque con Paranoid che i Black Sabbath ottengono la vera e propria notorietà: rilasciato nello stesso anno, segna il definitivo riconoscimento degli inglesi fra gli esponenti di punta del rock inglese di quel periodo, mediaticamente detestati da chi prima adorava il beat pop inglese o il folk impegnato americano per via delle loro tematiche particolari, il look "poco raccomandabile" e la penuria tecnica utilizzata però come strumento peculiare per creare un nuovo sound oscuro e duro; ma proprio per questo erano anche visti come intriganti, affascinanti e "trasgressivi" da una nuova generazione di giovani che in seguito avrebbe imbracciato uno strumento e iniziato a comporre musica ispirati anche e principalmente da loro.
L'hard rock dell'iniziale War Pigs è uno dei brani simbolo del rock settantiano, nonché naturalmente uno dei più famosi in assoluto dei Black Sabbath. I riff cupi si amalgamano con la voce acida di Ozzy, i refrain pervadono l'atmosfera di un minimalismo oscuro, e la batteria di Ward inizia a porsi come uno dei punti di riferimento di molti batteristi rock successivi.
La titletrack Paranoid è un'altra delle canzoni più famose della storia del rock; il suo noto riff è storia impressa nel marmo, ma la proposta dei Black Sabbath a volte (soprattutto dai neofiti) viene ridotta a questa sola canzone. Fortunatamente la qualità artistica della canzone, al contrario di come ci si potrebbe aspettare, rimane alta e non largamente sopravvalutata come avviene in altri casi. Tagilente e ritmicamente marcata, si tratta forse del primo brano di sempre definibile propriamente come "heavy metal", anche se naturalmene i connotati dell'arrangiamento risentono ancora dell'estetica del decennio precedente.
Apprezzatissima da tutti i fan dei Black Sabbath "veterani" degli anni '70, l'ottima Planet Caravan è una tenue ballad psichedelica dalle tinte cupe e vagamente blueseggianti, una soffice parentesi prima delle prossime decise tracce.
E se la storica, imprescindibile, Iron Man accenna gli stilemi cadenzati e ripetuti del doom, con il suo riff memrbaile che, per l'epoca, era degna colonna sonora di un'escursione negli inferi, Electric Funeral va ancora più in là: lenta, angosciante, depressiva, ricrea perfettamente lo scenario di un funerale... elettrico, seguendo fedelmente la scia dell'orrorifica titletrack dell'omonimo album d'esordio. Il nome "doom" comunque, secondo molti, verrebbe dal pezzo successivo, Hand of Doom, grande brano che praticamente possiamo dire che in molti punti tocca il genere per davvero, soprattutto nella parte centrale della canzone, creando così con questa sorta di proto-doom le fondamenta imprescindibili per un nutrito numero di gruppi.
Dopo il breve esercizio stilistico di Rat Salad dove Ward mette in mostra la propria abilità, è l'ottima e fin troppo poco menzionata Fairies Wear Boots, suadente e hard-bluesy, ma comunque bruciante nei riff e relativamente aspra nei ritmi, a chiudere l'album.
Così, i Black Sabbath si qualificano come uno dei gruppi in assoluto più importanti degli anni '70, vagando contemporaneamente fra le basi per il doom e per il ben più spedito heavy metal, sempre ricordando che la loro influenza è data da uno stile il cui contesto è il rock, l'hard blues e la psichedelia pesante anni '70. Ma c'è di più, la loro influenza, anche (e soprattutto) indirettamente, è saputa andare oltre. E se fra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 gruppi storici come Candlemass o Type O Negative verranno alla ribalta raccogliendo (ciascuno a modo proprio) soprattutto quei semi sparsi quasi vent'anni prima, i Paradise Lost proseguiranno sulla loro scia unendoli al gothic più rabbioso e spettrale e al death metal, fornendo al contempo gli elementi da cui i primi Moonspell trarranno l'ispiriazione, e così via... è solo un esempio di come estendendosi e ramificandosi, l'eredità dei Black Sabbath giungerà sia a correnti che gettano le proprie radici nel rock sessantiano e settantiano, come lo stoner rock di Kyuss e Monster Magnet, che a realtà ben diverse come addirittura Marilyn Manson (sono solo alcuni esempi), tutto nelle sue giuste dosi, anche minime, e spesso mescolate a tante altre sonorità diverse.
E' difficile trovare un gruppo del vasto scenario hard & heavy in cui non si rifletta un poco, anche indirettamente, della luce oscura dello stile dei Black Sabbath, evolutosi in più direzioni differenti tramite epoche, correnti e culture musicali diverse. Senza alcuna esagerazione una delle formazioni più influenti e seminali della storia.