- Erik Molarin - voce
- Lotta Höglin - voce
- Jonas Strömberg - batteria
- Daniel Elofsson - basso
- Robert Vintervind - chitarra
- Manne Bergström - chitarra
- Mikael Back - tastiera
1. Innerlane
2. The Outpost
3. A bittersweet Tragedy
4. Everytime I Die
5. Devil´s Plaything (Danzig cover)
6. Lost
7. Last Obsession
8. Emotional Decay
9. Restless Dreams
10. The reversed Mind
Sunless Days
Gli svedesi Beseech, attivi ormai dal lontano 1992, rappresentano una di quelle realtà che non ha mai ricevuto grandissimi consensi nell’ambito Gothic sin dagli esordi: nati come progetto Doom/Death, i Beseech si sono poi evoluti verso sonorità più dolci e raffinate, esplorando i meandri del Gothic attraverso l’accostamento dell’usuale duetto vocale che prevede voce angelica femminile e clean maschile.
Dopo essere approdata nel 2001 alla Napalm Records e aver pubblicato sotto di essa i precedenti Souls Highway (2002) e Drama (2004), la band, ormai formata da ben sette membri (efficace è stata l’idea di raddoppiare i lavori delle chitarre), fa uscire il nuovo Sunless Days nel settembre 2005.
Introdotta da una copertina misteriosa ed apocalittica, l’opera appare ben costruita già dalla canzone d’apertura, il singolo Innerlane, di cui è stato prodotto anche un interessante video virtuale, tutto a cartoni animati. La musica dei Beseech sembra aver assunto toni più convincenti, sia nel lavoro delle chitarre, sia soprattutto nella proposizione dei temi della voce femminile interpretata da Lotta Höglin. La struttura gotica appare molto simile alle architetture malinconiche di Within Temptation e Theatre of Tragedy, senza scoprire però soluzioni sinfoniche sperimentate successivamente dalle band sopra citate o dalle nuove realtà nord-europee del genere, quali Tristania, Sirenia, After Forever ed Epica.
Il Gothic Metal proposto infatti riesce a spaziare verso tendenze atmosferiche Rock e altre sezioni più Alternative, come dimostrano brani come il melodico The Outpost, ottimamente eseguito nelle parti di tastiera, e il moderno A Bittersweet Tragedy, che strizza un occhio agli Evanescence. Ritmato e altrettanto trascinante è il quarto Everytime I Die che, seppur abbastanza scontato, riesce a riempire con la sua melodia e a risultare un piacevole episodio.
Più si prosegue, più l’album perde in lucidità, soprattutto nei capitoli disegnati dalla voce maschile e conditi con effetti elettronici e con riff alquanto banali: non si rileva più l’originalità riscontrata nei primi attimi dell’opera, e Sunless Days comincia a divenire pesante e poco sostenibile all’ascolto. Solo Restless Dreams costituisce una soluzione innovativa, a cavallo tra l’atmosfera acustica degli Anathema e una leggera elettronica sinfonica di buon impatto, che non stona con il contesto dell’opera.
Sunless Days risente troppo delle influenze di altri gruppi e non riesce a sviluppare le ottime idee di cui i Beseech sono dotati: forse il lavoro poteva essere curato maggiormente nella sua struttura complessiva, dando largo spazio alla contrapposizione tra i pezzi diretti ed impetuosi e quelli distesi e introspettivi; leggermente statico in alcune sue parti, il disco non sa catturare l’attenzione del pubblico, anche perché appesantito dalla registrazione non eccezionale. Grande rivelazione invece la voce di Lotta Höglin, matura, espressiva ed in grado di assumere toni acuti e suadenti al tempo stesso. Si consiglia l’ascolto a tutti gli appassionati del genere, che vogliono avvicinarsi ai Beseech, confrontandosi con un gruppo alquanto trascurato negli ultimi anni nella scena Gothic mondiale.