Matt Mendoza - Drums, Vocals
Inventor - Guitars, Bass
1. Pestilent Force 03:51
2. Ghouls of the Endless Night 05:14
3. Enter Eternal Nightmare 04:23
4. Poison 04:39
5. Sacrilegious Ground 05:06
6. Fucking Slaughter 04:09
7. Last Scream 03:43
8. Enormous Thunder of the End 05:40
Ghouls of the Endless Night
Ad un anno solo di distanza dal terremotante debutto Under the Hammer of Destruction, ritornano gli svedesi Bastard Priest con un nuovo lavoro dal nome Ghouls of the Endless Night. Composto da otto nuove tracce per una durata totale che va di poco oltre la mezz’ora, questa nuova pubblicazione non si distanzia di una virgola dallo stile al quale la band ci aveva abituato. Aspettatevi quindi, un altro assalto frontale a base di puro death metal fortemente influenzato dalla corrente crust/punk ottantina.
La produzione ruvida, le chitarre a zanzarone ed i rantoli estremi di Matt ed Inventor fanno da cornice ad uno stile che ancora una volta attinge da band quali Grave, Entombed, Autopsy ed Obituary per un buon risultato, seppure leggermente inferiore al debutto. Questo nuovo sforzo discografico risulta essere composto da tracce maggiormente omogenee ma anche meno coinvolgenti, seppur sempre dotate di una carica esplosiva notevole. Preparatevi, comunque, ad una prodotto vintage che non ammette compromessi e non vuole neanche prendere in considerazione l’idea di farsi maggiormente raffinato o tecnico.
L’introduzione a base di feroci up-tempo ed assoli taglienti non lascia spazio all’immaginazione. Pestilence Force si materializza e mette subito le cose in chiaro. Un ritornello di facile presa si distingue tra una marea di riffs in tremolo dal retrogusto gore-grind che chiama in causa i primi Impetigo o Repulsion, il tutto accompagnato da una batteria furente. L’aura oscura, morbosa che ammanta la composizione si trascina anche per le tracce successive, presentandoci le pesanti infiltrazioni crust della successiva title-track, la quale si eleva anche per alcune sezioni rallentate nelle quali le linee soliste disegnano trame pestilenziali e putride. Enter Eternal Nightmare pare realmente inarrestabile coi suoi tempi veloci, anche se i momenti migliori vengono allo scoperto quando la band decide di mollare il piede dall’acceleratore per far crescere l’atmosfera di decomposizione, tra riffs profondi ed raggelanti linee soliste di chitarra.
Il doom asfissiante scuola Asphyx viene allo scoperto con la successiva Poison, marcia ossessionante e lugubre che “calma” le acque prima dell’esplosione senza regole di Fucking Slaughter, traccia molto influenzata dal punk nel riffs principale. Alcune tracce black metal si fanno notare in questa cavalcata irrefrenabile che pare chiamare in causa persino i primi Onslaught, soprattutto per i fischi di sottofondo operati dalla chitarra solista su una base prolungata di up-tempo. Sacrilegious Ground si mostra per gli estesi tempi veloci da opporre alle solite sezioni di doom mortifero, mentre con la successiva Last Scream non possono non venire in mente riferimenti ai primissimi Master di Paul Speckmann, soprattutto per la tonalità vocale ed i riffs imbastarditi di thrash e punk; il tutto senza che la velocità si palesi. A terminare l’album troviamo la diretta Enormous Thunder of the End, song che funge da assalto finale per martellarci quel poco di cervello che ci è rimasto.
Come già anticipato, il nuovo lavoro del duo da Stoccolma non stupisce come in occasione del debutto ma si fa comunque ascoltare, e alla grande direi. Come al solito, mi sento di raccomandare il lavoro agli estremisti del genere, quelli meno pretenziosi tecnicamente parlando. I Bastard Priest sono sempre raccomandabili per un bel tuffo nel passato.