- Graham Sutton - vocals, samples, programming, keyboards, synths
- Mark Simnett - drums, percussions
1. Blue
2. Hex
3. Big Shot (Alice's Cheshire Cat Mix)
Blue
Poco dopo la pubblicazione della pietra miliare Hex, i Bark Psychosis si riducono ad un duo composto dai soli Sutton e Simnett. In questa situazione danno alla luce l'EP controverso Blue, che segna una radicale trasformazione della loro musica.
Non più interessato dalle coordinate poliedriche di multisfaccettata sintesi musicale col quale coniò una formula a posteriori definita "post rock" dai critici, il leader Graham Sutton rivolge la sua attenzione alla programmazione elettronica, al punto da chiedere a Simnett di riprodurre ritmi jungle e breakbeat con la strumentazione, causando qualche attrito poiché il ruolo di quest'ultimo alla batteria si rivela incompatibile con le idee di Graham. Il forte utilizzo di sampling e stratificazioni di sintetizzatore mina l'alchimia del gruppo, che difatti di lì a poco sarebbe precipitato in una sorta di limbo per via dell'abbandono di Simnett ormai relegato al ruolo di comprimario superfluo per gli intenti di Sutton - consentendo però a quest'ultimo di concentrare i suoi nuovi orientamenti sonori verso il nascituro progetto Boymerang.
Il primo prezzo dell'EP è la titletrack Blue, canzone melodica che mostra una forte vena pop, ritmi dance e influenze ottantiane (New Order e Human League). Dei vecchi Bark Psychosis rimarrebbero volendo solo alcuni elementi ambient rimasti di sottofondo a dare maggiore atmosfericità, oltre che la tipica voce bassa e malinconica di Sutton. Si tratta di un brano orecchiabile, a tratti sfortunatamente poco a fuoco come caratterizzazione e con arrangiamenti ancora da rendere a dovere compatti, ma vi sono comunque diverse idee che sarebbe stato interessante integrare nel più caleidoscopico stile Bark Psychosis in una nuova e fresca miscela, una volta assimilate e rielaborate le "aggiunte" musicali e data freschezza al tutto. Anche se questo primo esperimento appare molto meno significativo e originale di quanto mostrato su full-lenght soli due mesi prima, una personalizzazione di questi stilemi aveva un suo potenziale, ma il gruppo come già detto seguì un destino differente.
La successiva traccia è Hex (?), che comincia con una fastidioso combo di rumore distorto e battito sintetico accelerato in primissimo piano, mentre sullo sfondo si avvertono alcuni tappeti di tastiera ambient. Dopo poco più di tre minuti il rumore cessa, lasciando spazio solo a melodiosi ma banali intrecci di strings, che cullano dolcemente (ma anche in maniera per nulla creativa e ad un certo punto spentamente e piattamente monotona) fino ad un minuto circa dalla conclusione, quando le coordinate sonore virano su di un electro-ambient che sfociano in un notturno pezzo cocktail-lounge contaminato da ambient e downtempo, ovvero il remix di Rudi Tambala di Big Shot. Qualche sassofono ogni tanto impreziosisce la traccia, soffusa e avvolgente. Peccato che l'outro minimalista sia un prolungato e soporifero tempo morto.
Tralasciando il noioso e a tratti irritante esperimento fine a sè stesso del secondo brano, le tracce che compongono l'EP seppur imperfette si mostrano nel complesso godibili e con qualche spunto interessante, ma due brani su tre ascoltabili (di cui uno ancora un po' evanescente come personalità e uno che è semplicemente un remix piacevole ma senza troppi sussulti) non fanno brillare molto questa release.
L'abbandono di Simnett di fatto segna la fine del gruppo - anche se non si scioglie mai ufficialmente -, da qui in poi Sutton si sarebbe dedicato ad approfondire il discorso elettronico con i Boymerang, lasciando che sotto il monicker Bark Psychosis venissero rilasciate solo alcune raccolte che raccolgono i primi storici singoli ed EP della band (una ufficiale, Independency, l'altra non autorizzata, Game Over).
Solo con il cambio di decennio si sarebbe parlato ancora di una nuova pubblicazione vera e propria targata Bark Psychosis, con il ritorno di Sutton nel mondo del post rock e la pubblicazione di Codename: Dustsucker.