Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Epitaph Records/Self
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Greg Graffin - voce
- Brett Gurewitz - chitarra
- Brian Baker - chitarra
- Greg Hetson - chitarra
- Jay Bentley - basso
- Brooks Wackerman - batteria


Tracklist: 

1. 52 Seconds (00:58)
2. Heroes And Martyrs (01:26)
3. Germs Of Perfection (01:32)
4. New Dark Ages (02:46)
5. Requiem For Dissent (02:07)
6. Before You Die (02:41)
7. Honest Goodbye (02:51)
8. Dearly Beloved (02:38)
9. Grains Of Wrath (02:59)
10. Murder (01:22)
11. Scrutiny (02:37)
12. Prodigal Son (03:08)
13. The Grand Delusion (02:10)
14. Lost Pilgrim (02:28)
15. Submission Complete (03:28)
16. Fields Of Mars (03:35)

Bad Religion

New Maps of Hell

I Bad Religion rappresentano un’icona. Un’icona musicale, un’icona di ribellismo, un’icona di coerenza. A distanza di tre anni dall’ottimo e discusso The Empire Strikes First, Greg Graffin e compagni tornano sul mercato con un lavoro che farà sicuramente parlare dì sé. Non c’è bisogno di ripercorrere per filo e per segno la carriera del gruppo californiano: da quasi trent’anni sulla cresta dell’onda, i Bad Religion sono stati semplicemente uno dei migliori gruppi Hardcore - Punk di sempre. Non importa con che formazione o sotto quale etichetta: i Bad Religion hanno dimostrato con la musica il proprio talento, la propria superiorità artistica. Terzo album dopo il ritorno del chitarrista Brett Gurewitz, New Maps Of Hell deve il suo titolo ad un libro fantascientifico di Kingsley Amis datato 1961. Il disco avrebbe dovuto essere pubblicato inizialmente entro il 2006, tuttavia i continui impegni del gruppo e di Brett in particolare hanno fatto sì che la data d’uscita di New Maps Of Hell slittasse di ben un anno. Fortunatamente, però, il quattordicesimo studio album firmato Bad Religion è nei negozi da ormai una settimana, prodotto e confezionato dalla sempre valida Epitaph Records.

New Maps Of Hell non è il disco diretto e pulito che fu The Empire Strikes First. Come tale, esso perde quasi tutte le qualità del suo predecessore, così come ne abbandona i limiti. Il nuovo disco dei Bad Religion piacerà, di conseguenza, a chi aveva mal digerito l’Hardcore tipicamente melodico e molto orecchiabile di tre anni fa. Allo stesso modo, però, gli amanti di The Empire Strikes First impiegheranno del tempo prima di assimilare New Maps Of Hell, e non è nemmeno detto che alla fine lo apprezzino. In cosa differiscono esattamente i due album? Innanzitutto le chitarre sono dotate di un suono più ruvido, più sporco, più Punk rispetto a The Empire Strikes First. La produzione, dal canto suo, segue l’orientamento delle chitarre, mettendo spesso in risalto il lato più aggressivo del disco. Gli elementi Hardcore sono limitati quindi alla sola sezione ritmica, decisa ed impetuosa, ma ben più eterogenea e creativa degli standard attuali. Non mancano invece i cori, in grado di catapultare l’ascoltatore nel bel mezzo di un vortice a metà fra potenza e melodia. E la voce di Greg? State sicuri, quella non è cambiata di una virgola e mai cambierà, per fortuna!

Analizzate le caratteristiche principali di New Maps Of Hell, è necessario rendere noto che i singoli brani variano significativamente l’uno dall’altro. Ad esclusione dell’atipica e particolarissima 52 Seconds, abbiamo infatti un album diviso fra canzoni dalle forti venature Punk e pezzi che invece ricordano maggiormente il tredicesimo full lenght targato Bad Religion, The Empire Strikes First appunto. Al primo gruppo appartengono sicuramente tracce come Heroes & Martyrs e Germs Of Perfection, soprattutto per quanto concerne le parti di chitarra. L’apporto dei cori, infatti, rende questi brani più appetibili ed avvincenti, meno graffianti forse, ma pur sempre validi. Con New Dark Ages, Requiem For Dissent e Grains Of Wrath sembra di rivivere i capitoli migliori di The Empire Strikes First, mentre non c’è dubbio che Murder sia stilisticamente distante dall’album uscito nel 2004. Il binomio Before You Die - Honest Goodbye mette in mostra l’anima più pacata e riflessiva del disco, disco che si conclude poi con l’elettrizzante Fields Of Mars. I testi dell’album hanno tutti una forte connotazione sociale e, pur trattando di argomenti spesso diversi, condividono un’aspra critica nei confronti della politica adottata dal governo Bush. Insomma, la coerenza viene prima di tutto in casa Bad Religion.

Questo New Maps Of Hell prosegue in un certo senso il percorso artistico di The Empire Strikes First, con il quale, comunque, non mancano i punti di rottura. Le sonorità sono passate a calcare territori più irruenti e vicini all’Hardcore - Punk degli esordi. Purtroppo però, il risultato sperato è stato raggiunto soltanto per metà, principalmente a causa della qualità non elevatissima di alcuni brani e di determinate scelte stilistiche che, secondo noi, hanno finito per penalizzare il prodotto finale. New Maps Of Hell è comunque un lavoro validissimo, coinvolgente, che gli appassionati del genere sicuramente apprezzeranno.

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