Voto: 
7.9 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Locomotive Records/Frontiers
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Nils Patrik Johansson - voce
- Joachim Nordlund - chitarra
- Martin Haglund - chitarra
- Mika Itaranta - basso
- Johan Lindstedt - batteria
- Jocke Roberg - tastiere

Tracklist: 

1. New Revelation
2. Freedom War
3. Pentecostal Bound
4. Bastard Son
5. Waiting For The Master
6. Planet Earth
7. Quisling
8. Cold War Survivor
9. The Gates Of Light
10. Shores Of Solitude
11. Mercenary Man

Astral Doors

New Revelation

Con una voce come quella di Nils Patrik Johansson, singer anche di Wuthering Heights e Lion's Share, che molto ricorda quella di R.J. Dio, tanto da esserne considerato il naturale erede, e con un sound che riprende proprio quell'heavy rock di scuola Rainbow, Dio e Black Sabbath (era Dio), sembrerebbe ovvio presagire e prevedere ciò che ci attende.
Gli Astral Doors infatti non sono scesi in campo con l'intenzione di cambiare o trasformare l'heavy metal, ma al contrario con la tenacia ed il coraggio di chi non ha mai cessato di venerare e volere imporre proprio il classic metal, anche a costo di sembrare anacronistici, e se i primissimi tentativi fatti con Of The Son And The Father del 2003 e Evil Is Forever del 2005 sono serviti a porli all'attenzione di critica e pubblico, già con il precedente Astralism dello scorso anno si sono imposti come una delle maggiori speranze del panorama heavy.

New Revelation è quindi il quarto album in studio della metal band svedese, che fin dalla title-track posta ad apertura si erge a paladina dell'heavy classico, in un up-tempo energico e melodico che si snoda tra ritmiche potenti e serrate e cori aperti ed evocativi, dando vita così ad un brano che pare il giusto compromesso tra Iron Maiden e Rainbow, ma anche il successivo mid-tempo Freedom War echeggia aperto ed arioso, con cori epici e l'interpretazione superlativa del singer. Ritmi vertiginosi con la potente e veloce Pentecostal Bound, in cui si odono sempre melodie di rainbow-iana memoria, tanto da farci immaginare come avrebbero suonato il loro melodic metal gli stessi Rainbow se solo fossero nati venti anni dopo, si arriva così alla power ballad Bastard Son, in cui sembra di risentire i Whitesnake più heavy, ma il brano funziona parecchio bene grazie alle belle linee melodiche malinconiche ed evocative, agli ottimi arrangiamenti ed alla sempre superba voce di Johansson.

Quindi, come evidenziato in questo primo squarcio di riassuntivo track by track, le composizioni scorrono e filano senza mostrare segni di cedimento, ed anzi risultano convincenti e coinvolgenti per tutti gli amanti del metal classico, ma non sarebbe onesto non avvisare tutti coloro che intendono accingersi all'ascolto di New Revelation delle nette influenze presenti nel sound della band, influenze che per fortuna non si limitano ad una mera operazione di imitazione o copiatura, infatti anche grazie alla moderna, nonché buona, produzione, alla cura degli arrangiamenti e al diligente lavoro di Jocke Roberg alle tastiere, gli Astral Doors sembrano evolversi verso un sound più arioso, armonico e maturo, come si evince dalla varietà e dalla qualità dei vari pezzi, che pur diversi tra loro, mostrano appunto elementi comuni evidentemente partoriti da una personale e naturale evoluzione.

Cori evocativi ed epici, aperture melodiche solenni, un riffing pesante ed incisivo, sono alcuni dei suddetti elementi, che caratterizzano sia la cavalcata metallica in pieno stile anni '70 di Waiting For The Master, sia l'hard n' heavy melodico di Shores Of Solitude, graziata da aperture melodiche e chorus strepitosi, sia la cattiva ed oscura Planet Earth, che tuttavia ancora una volta si apre in un arioso e melodico refrain, così gli svedesi pare abbiano trovato la giusta ricetta per costruire canzoni fantastiche. Ci sono anche un paio di mid-tempo interessanti, come Quisling che si presenta cattivo, aggressivo ed oscuro, con il ruggito caldo e raschiante del singer supportato da backing vocals maligne e subdole, e la seguente Cold War Survivor, ancora di chiara ispirazione rainbow-iana, tuttavia il finale ci riserva ancora qualche lieta sorpresa con la dirompente e potente The Gates Of Light e soprattutto con l'epica closer Mercenary Man, un pezzo che racchiude in sè tutte le principali caratteristiche per piacere agli amanti del classico heavy-sound.

Dunque New Revelation per gli Astral Doors rappresenta una vera e propria conferma dopo il precedente Astralism, rispetto al quale si pone all'incirca sugli stessi livelli, un album completo e maturo che sarà molto gradito da tutti i nostalgici e gli amanti del metal classico, e che probabilmente consegna al combo svedese il pesante fardello di far rivivere l'heavy metal. La strada intrapresa in tal senso sembra essere quella giusta.


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