- Alex Turner - voce/chitarra
- Jamie Cook - chitarra
- Andy Nicholson - Basso
- Matt Helders - batteria
1. The View From The Afternoon
2. I Bet You Look Good On The Dancefloor
3. Fake Tales Of San Francisco
4. Dancing Shoes
5. You Probably Couldn't See For The Lights But You Were Looking Straight At Me
6. Still Take You Home
7. Riot Van
8. Red Light Indecates Doors Are Secured
9. Mardy Bum
10. Perhaps Vampires Is A Bit Strong But...
11. When The Sun Goes Down
12. From Ritz To The Rubble
13. A Certain Romance
Whatever People Say I Am, That's What I'm Not
Una vera e propria bomba di British Rock, Psichedelia, Surf Rock questo primo album dei giovanissimi Arctic Monkeys, tutti originari di una piccola cittadina dell'Inghilterra, Sheffield. Il popolo musicale li ha conosciuti per passaparola sul web e per l'enorme quantità di demo che la band distribuiva gratuitamente durante i propri concerti; solo successivamente sono entrati a far parte dell'etichetta Domino che, incuriosita dai continui passaparola e dal vociferare negli ambienti underground inglesi, ha deciso di andarli a sentire. Quindi per una volta, le etichette e la stampa sono arrivati in ritardo. In Inghilterra tutti i loro concerti sono "sold out" e il contagio si sta espandendo anche a tutti gli altri Paesi europei.
Il disco è veramente cool. Molto retrò, sia nei suoni che sono veramente vintage, che nella voce del giovane cantante. I pezzi sono tutti orecchiabili e trascinano l'ascoltatore negli ambienti British Rock tipici dell'underground inglese. Già il nome dovrebbe dire tutto ("Scimmie Artiche" letteralmente) su come possano essere strani ed inusuali i loro pezzi.
Bellissime sono le canzoni I Bet You Look Good on the Dancefloor, dove chitarra e batteria si sbizzarriscono a creare sonorità molto rockabily dando alla song un senso spensierato; Dancing Shoes dove ci sono parecchi rimandi ai Franz Ferdinand con un ritmo davvero disco anni '70; Riot Van inizia come una ballad molto smooth e con un leggero effetto sulla voce stile radio gracchiante, si prospetta già che sia il lento dell'anno; Murdy Bum riesce invece a mischiare ritmiche semplici con melodie molto efficaci, ricordano un pò i The strokes.
Concludendo, si consiglia caldamente questo album a tutti coloro che stravedono per i Franz Ferdinand, The Strokes e tutto quel filone che ultimamente sta ritornando molto di moda, ovvero il British Rock molto vintage e psichedelico. Un disco che non bisogna assolutamente perdersi, dato che entrerà sicuramente nella storia del Rock moderno.