Alex Turner - voce, chitarra
Jamie Cook - chitarra, backing vocals
Nick O' Malley - basso
Matt Helders - batteria
1. Brainstorm
2. Teddy Picker
3. D Is For Dangerous
4. Balaclava
5. Flourescent Adolescent
6. Only Ones Who Know
7. Do Me A Favour
8. This House Is A Circus
9. If You Were There, Beware
10. The Bad Thing
11. Old Yellow Bricks
12. 505
Favourite Worst Nightmare
Dopo il successo praticamente planetario di Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not, ritornano in pista gli Arctic Monkeys. Il disco in questione aveva conferito al quartetto britannico, dandogli popolarità e visibilità, un posto speciale nel firmamento delle nuove leve indie del nuovo millennio. Capitanati dal cantante/chitarrista Alex Turner, gli Arctic Monkeys si sono sempre contraddistinti dal resto delle band del settore grazie ad un sound molto rockabilly e molto personale, diretto e potente.
A distanza di qualche mese dall’uscita di Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not la band si trovò a risolvere il problema dell’abbandono del bassista Andy Nicholson. Il musicista, nonché componente praticamente storico della band, dovette abbandonare la vita on stage dopo aver sviluppato un’acutissima fobia da palcoscenico, e venne prontamente rimpiazzato dal, anche lui giovanissimo, Nick o'Malley. Poco prima della dipartita di quest’ultimo tuttavia, la band aveva regalato ai fan un EP denominato, molto coraggiosamente, Who The Fuck Are Arctic Monkeys?, riscuotendo anche qui un discreto successo. Il secondo full-lenght del quartetto giunge a breve, infatti nell’aprile 2007 esce Favourite Worst Nightmare, che non fa altro che confermare le buone capacità degli Arctic Monkeys, non aggiungendo in verità molti tratti nuovi al sound della band, ma valorizzandone l’esperienza. La produzione è nettamente migliorata rispetto a Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not, accentuando ancor di più le singole prestazioni dei componenti.
Si parte a cento all’ora fin dalla prima canzone, Brainstorm, sostenuta dai lisergici riff di chitarra e basso e da una batteria incredibilmente frenetica, per arrivare poi a Teddy Picker, più moderata rispetto alla precedente, ma capace di dare maggior spessore all’istrionica voce di Turner. E’ pressoché impossibile non rimanere travolti dall’energia sprigionata da D Is For Dangerous , dal ritmo saltellante di This House Is A Circus, dalle liriche schizzate di Balaclava, e più in generale, dal muro sonoro creato dalla band, frenetico e deciso.
Sicuramente degne di nota Flourescent Adolescent, colma di melodie molto allegrotte e spensierate e la successiva Only Ones Who Know, più pacata e riflessiva rispetto alle precedenti. Tutto il disco è comunque condotto da un denominatore comune, ovvero quel sound tipicamente inglese, intriso di chitarre stonate e da una sezione ritmica non propriamente quadrata e regolare. Ne è una prova The Bad Thing, un pezzo molto coinvolgente e “funny”, che ben rappresenta l’universo Arctic Monkeys. 505 chiude il disco in maniera egregia, ma allo stesso tempo caratteristica, rappresentando uno dei momenti più lucidi e seri del platter. Sicuramente una delle migliori.
In definitiva, Favourite Worst Nightmare non è altro che una conferma delle intenzioni e delle potenzialità del quartetto britannico, capace con soli due album di stupire il mondo con la sua fusione di revival rock e indie. Il disco in se per se è buono, pur mancando tuttavia quel senso di sorpresa regalatoci dall’debut, anche se comunque questo Favourite Worst Nightmare rimane un disco da tenere sott’occhio.