Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Stefano Magrassi
Genere: 
Etichetta: 
TAF Production/Necrotorture
Anno: 
2005
Line-Up: 



- Azmeroth - Chitarra


- Midgard - Chitarra


- Rasez - Batteria


- Sakar - Basso


- Orias - Voce





Tracklist: 


1. Voices From Beyond (Intro)


2. Synodus Cadaveric


3. Christfall (Putrefaction Of Life)


4. Shades Of Noir


5. Seed Of Lunacy


6. Choas' Revenge


7. Frezing Womb Of Pain


8. The Unknown Cross (Martyrium)






CONTATTI:


Aposthate


c/o Bruno


Via Filippo Turati nà 51


93100 - Caltanisetta



Aposthate

First Born Evil

Con questo mini cd, i siciliani Aposthate giungono al loro debutto discografico. Nati dall'incontro di alcuni membri di due band attive da tempo nell'isola, Thy Anthem Fades ed Heretical, e insieme da poco più di un anno, i cinque ragazzi di Caltanisetta ci propongono un Black-Death di ottima fattura; ed è proprio il caso di dirlo: non vi è un termine migliore e più consono per indicare il suond di questa band. Sonorità death tipicamente floridiane nelle parti più potenti e nel cantato, mentre riff glaciali in quelle più veloci. Come è logico che sia, le tematiche rimangono ancorate su un certo odio verso ogni forma di non cultura della società moderna e verso tutte le forme di religione, nonchè un certo amore nei confronti della filmografia horror (come la band stessa ci spiega).

Le tracce inserite in questo album sono sette più una breve introduzione. Stupiscono positivamente non solo il songwriting ordinato e ragionato, ma anche la produzione veramente di alto livello: stupore incrementato dalla giovane età di questo gruppo. A dare ancora maggior spessore a questa uscita, la ricerca di uno stile personale che non sia semplice imitazione o pacchiana unione dei due generi prima citati. Alcuni spunti melodici capaci di creare atmosfere cupe ed oscure ne sono la prova. Inoltre, scorre attraverso le canzoni una vena Thrash tale da rendere il lavoro nel suo insieme orecchiabile e non troppo sfuggevole.

Anche se ben articolate, le tracce, però, sono di breve durata. Un pò in controtendenza rispetto alla tradizione del genere, in cui la ricerca di una certa complessità e l'intento di dar vita ad un certo tipo di emozioni nell'ascoltatore portano alla composizione di canzoni ben più lunghe.Bisogna comunque far notare che alcune aggiustatine, se non necessarie, sono auspicate: la prova di Orias alla voce è buona, ma può essere migliorata e anche le linee di batteria potrebbero essere più varie e fantasiose. Sono invece da sottolineare le prove dei chitarristi e del bassista, capaci di creare un buon tappeto ritmico.

In conclusione, First Born Evil è una conferma delle ottime realtà che si stanno affermando in ambito italiano, per troppo tempo ancorato a sonoritè power-heavy e al mercato tedesco. Ovviamente la band deve crescere, anche se già a buon punto grazie al fatto di avere le idee chiare riguardo le coordinate della loro proposta ed una produzione nella media (e quindi superiore rispetto a ciò che si può trovare in Italia) alle loro spalle.

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