- Tom DeLonge - voce e chitarra
- David Kennedy - chitarra
- Matt Wachter - basso
- Atom Willard - batteria
1. Call To Arms (05:05)
2. Everything's Magic (03:51)
3. Breathe (05:33)
4. Love Like Rockets (04:50)
5. Sirens (04:19)
6. Secret Crowds (05:02)
7. Star Of Bethlehem (02:07)
8. True Love (06:08)
9. Lifeline (04:15)
10. Jumping Rooftops (00:45)
11. Rite Of Spring (04:22)
12. Heaven (06:38)
I-Empire
A distanza di un solo anno dal validissimo We Don’t Need To Whisper, l’estroso Tom DeLonge torna a far parlare di sé e del suo progetto chiamato Angels And Airwaves (anche noti presso il pubblico con l’acronimo di AVA). Proprio il 2006 aveva visto il ritorno degli ex compagni di DeLonge, vale a dire Mark Hoppus e Travis Barker, insieme nei +44. L’esordio di questi ultimi non aveva convinto appieno la critica specializzata, permettendo di conseguenza agli Angels And Airwaves di uscire vincitori da una sfida tanto sentita ed attesa tra i fan dei vecchi e mai dimenticati Blink 182. Superato l’ostacolo del debutto discografico, Tom DeLonge e compagni si mettono subito al lavoro per regalare ai propri appassionati un nuovo ed intenso album. Se We Don’t Need To Whisper voleva significare una rinascita, I-Empire, essendone il seguito anche dal punto di vista concettuale, intende parlare di ciò che avviene dopo questa rinascita. Rimandato più volte a causa di ragioni non meglio specificate, I-Empire esce nei negozi il primo novembre, vendendo nella sua settimana d’esordio soltanto sessantaseimila copie (contro le centoventisettemila di We Don’t Need To Whisper), a dimostrazione che raramente gli incassi riflettono la reale qualità di un album.
A partire dalla splendida copertina, I-Empire rimanda ad un immaginario tipicamente ottantiano, vicino soprattutto alle pellicole che resero immortale quel decennio. Le atmosfere evocate dal disco sono diverse rispetto a We Don’t Need To Whisper, come diverso è pure l’aspetto prettamente musicale del lavoro. I-Empire ha il grande pregio di risultare piuttosto vario, in materia di ritmiche, di sonorità e, perché no, di sensazioni. Andando ad analizzare l’album più nello specifico, si può notare facilmente come le parti di batteria ricordino i Blink182 dell’ultimo periodo. Lo stesso avviene per alcune soluzioni adottate da Tom nel cantato (alzi la mano chi non ha pensato a Feeling This ascoltando gli ultimissimi passaggi dell’incantevole Love Like Rockets). Il tutto è dovuto probabilmente ad una maggiore dinamicità complessiva, che riavvicina conseguentemente gli Angels And Airwaves all’ormai ex band di Tom DeLonge.
Grazie ad un irrobustimento generale delle sezione ritmica (merito anche del nuovo arrivato Matt Wachter al basso) e ad un ulteriore miglioramento delle parti vocali, I-Empire si rivela fin dai primissimi ascolti uno dei lavori più interessanti dell’anno in materia di Punk - Emo Rock. Queste due correnti musicali si intrecciano con stile e personalità, dando vita ad una miscela sonora difficilmente inquadrabile nell’uno o nell’altro filone (da qui la decisione di definire I-Empire un album Alternative Rock). Non solo l’ultimo prodotto di casa Angels And Airwaves propone un sound fresco ed avvincente, ma offre addirittura una serie di brani davvero entusiasmanti, a partire dal singolo apripista Everything's Magic. Il pezzo, a metà fra il malinconico e lo spensierato, è caratterizzato da un refrain veramente irresistibile. Non è da meno il videoclip della canzone, curato nei minimi particolari soprattutto per quanto concerne colori e fotografia. Sullo stesso livello di Everything's Magic si possono comunque porre numerose tracce del disco: dalla passionale Call To Arms alla brillante Sirens, dall’onirica Lifeline fino alla conclusiva Heaven, che, con i suoi oltre sei minuti, rappresenta senza dubbio l’apice dell’intera opera.
I-Empire è un album sorprendente, capace di affascinare l’ascoltatore dalla prima all’ultima nota. Ogni singolo passaggio del disco nasconde una maturità compositiva ormai innegabile. Il Tom di un tempo, quello imprudente ed eccentrico di Enema Of The State, sembra aver finalmente lasciato posto ad un musicista di prima qualità, più introverso se vogliamo, ma pur sempre abile e soprattutto sincero.