- Hernan Hermida - voce
- Ben Orum - Rhythum chitarra
- Mike Tiner - basso
- Chris Storey - chitarra
- Matt Kuykendall - batteria
1. Eradication
2. Wage Slaves
3. The Day Of Justice
4. There Is No Business To Be Done On A Dead Planet
5. Better Living Through Catastrophe
6. Prisoner Of War
7. Greyson
8. We Hold These Truths
9. The True Beast
10. Promises
11. Last Relapse
The Price Of Existence
I californiani All Shall Perish, definiti dalla critica come il connubio tra le sonorità di Dying Fetus, Dissection e Hatebreed, ritornano sempre per Nuclear Blast a distanza di un solo anno dal Death-oriented Hate.Malice.Revenge con The Price Of Existence, che costituisce un’evoluzione del timbro proposto nel platter del 2005. Difatti la band esibisce in questo secondo full-lenght delle marcatissime influenze Hardcore che vanno ad unirsi al Death brutale ancora presente in numerose sezioni.
Il nuovo stile è alquanto povero e scarno nella struttura delle undici canzoni che formano The Price Of Existence: le linee vocali hanno certamente assunto dei toni differenti, alternando growl profondissimo a screaming, cori in clean a lamenti più aggressivi, ma il risultato è deludente sotto altri aspetti; musicalmente parlando, brani come l’opener Eradication o Day Of Justice non aggiungono nulla di nuovo né al panorama Brutal Death né a quello Hardcore poiché, sebbene le ritmiche descritte dal batterista siano precisissime e parecchio coinvolgenti, la qualità del riffing e dell’andamento interno è abbastanza scadente. Emergono qua e là buoni spunti come assoli o appassionanti sfuriate, ma le melodie delineate sono poche e banali. Altro fattore negativo per la resa finale dell’album è la ripetitività e la monotonia di molti pezzi composti: non bastano gli inserti di tastiera dell’introduzione di Prisoner Of War o l’inutile e ormai immancabile in ogni album Metalcore intermezzo acustico denominato Interlude, per rialzare le sorti di un disco in caduta libera. Solo We Hold These Truths e l’ultima The Last Relapse appaiono convincenti a pieno, sia per il loro ritmo altalenante, sia per le scelte violente ma melodiche adottate. The Price Of Existence rimane quindi una piatta opera, carica di odio e di estremismo musicale, che si manifesta nell’approccio vocale di Hernan Hermida e nel riffing sfrenato di Matt Kuykendall.
Ci si aspettava sinceramente di più dal nuovo album degli All Shall Perish, formazione che ha supportato acts quali Bleeding Through, Dying Fetus, Brujeria, As I Lay Dying, Six Feet Under, Hate Eternal e Mortician, una band che, attiva dal 2002, sta percorrendo il proprio cammino verso una meta che possa piacere ai fans del Death Metal più estremo come agli appassionati di Hardcore e Metalcore. Quella meta, dopo The Price Of Existence è ancora lontana, pur potendo essere percepita dall’alone di The Last Relapse, traccia migliore di un lavoro sufficiente, che poteva essere sviluppato in modo più accurato.