- George Pettit - voce
- Wade MacNeil - chitarra e voce
- Dallas Green - chitarra, piano e voce
- Chris Steele - basso
- Jordan Hastings - batteria
1. Drunks, Lovers, Sinners And Saints (03:48)
2. This Could Be Anywhere In The World (04:03)
3. Mailbox Arson (03:31)
4. Boiled Frogs (03:57)
5. We Are The Sound (03:40)
6. You Burn First (02:40)
7. We Are The End (03:46)
8. Crisis (03:31)
9. Keep It On Wax (03:48)
10. To A Friend (03:15)
11. Rough Hands (05:30)
Crisis
Esplosi cinque anni fa con il loro disco d’esordio, gli Alexisonfire sono attualmente una fra le formazioni più interessanti ed innovative del panorama Emo - Screamo mondiale. Originari di St. Catharines (Ontario, Canada), i cinque nordamericani sono passati alla ribalta già grazie al proprio album di debutto, confermando quanto di buono espresso con il successivo Watch Out!. Gli Alexisonfire sembrano possedere una classe innata, sono determinatissimi e non si fermano neppure in seguito alla dipartita del drummer Jesse Ingelevics, prontamente sostituito da Jordan Hastings. Il nuovo full lenght è alle porte e non mancano le novità: Crisis, questo il titolo scelto, conterrà per la prima volta una sua titletrack, a cui si ricollegheranno le svariate copertine realizzate per il disco. Verranno inoltre rilasciate diverse edizioni speciali dell’album, alcune accompagnate da chiavette USB comprendenti del materiale esclusivo. Un’idea quantomeno innovativa per promuovere quello che, a detta di molti, è il disco più atteso di tutto il 2006.
L’artwork della versione europea (così come i restanti) si diversifica notevolmente rispetto a quello di Watch Out! e ritrae un uomo sfigurato dal gelo. Il motivo di questa scelta è semplice: la titletrack del disco narra della terribile bora che colpì la città di Buffalo nel lontano 1977 e la copertina, come già asserito in precedenza, riprende esattamente questo tema. C’è da dire, comunque, che la cover alternativa ideata per il mercato nordamericano supera, qualitativamente parlando, quella di base. Per quanto riguarda invece l’aspetto prettamente musicale, con Crisis gli Alexisonfire dimostrano di essere indubbiamente maturati rispetto al pur ottimo Watch Out!, per non parlare dell’esordio discografico del combo. Ne è prova la ricerca di un suono meno violento e pungente, aggressivo, sì, ma soprattutto melodico e raffinato. Questo non preclude necessariamente la scomparsa del cantato in screaming, che, anzi, viene addirittura potenziato con maggiori innesti vocali da parte dei chitarristi Wade MacNeil e Dallas Green. Al contrario, si può assistere ad un netto perfezionamento delle musicalità proposte, evoluzione che va però a ledere - anche se solo minimamente - il tipico approccio diretto e tagliente che aveva reso unico Watch Out!.
Si parte a tutta con la grintosa Drunks, Lovers, Sinners And Saints, brano che, sulla scia di Accidents, riesce a catapultare l’ascoltatore nel bel mezzo del disco. L’alternanza cantato pulito - screaming gioca a favore dei nostri, conferendo all’intero album una versatilità davvero notevole. Incontrando This Could Be Anywhere In The World - uscito come singolo apripista nel febbraio 2006 - ci si accorge ancora una volta di come i cinque canadesi siano abilissimi nel amalgamare dolci armonie e schizzi tipicamente Screamo. La principale virtù degli Alexisonfire è proprio quella di saper rapire l’ascoltatore ed al tempo stesso di ferirlo al cuore, qualità che ben poche altre band in ambito Emotional possono vantare. Un’ulteriore conferma della forza trascinante degli Alexisonfire arriva con Boiled Frogs, pezzo che narra la triste vicenda del padre di George, cui datore di lavoro tentò di privare della pensione. Più orientate verso un sound deciso e sprezzante sono invece Mailbox Arson e We Are The Sound, dove non mancano comunque aperture melodiche dalle tinte emotive. You Burn First, da parte sua, vede la band di St. Catharines impegnata in una veste totalmente inedita: sigaretta accesa, bottiglia di whisky sul pavimento ed atmosfera claustrofobia, sono queste le immagini evocate dalla sesta traccia di Crisis. Il finale risulta decisamente più canonico, pur emergendo in particolar modo Keep It On Wax, To A Friend e la struggente Rough Hands, supportate anch’esse da una resa sonora pressoché impeccabile.
Sebbene meno scoppiettante ed incisivo del suo predecessore, Crisis si attesta quale album dalle caratteristiche invidiabili, un prodotto assolutamente imperdibile per tutti gli appassionati dell’Emo Rock più violento. Tre album di grande impatto, una manciata di singoli ed EP, centinaia di concerti alle spalle: chissà dove arriveranno gli Alexisonfire di questo passo. La storia continua…