- Roger Miret - voce
- Vinnie Stigma - chitarra
- Joseph James - chitarra
- Mike Gallo - basso
- Steve Gallo - batteria
1. Addiction (02:20)
2. Dead To Me (02:52)
3. Outraged (01:54)
4. Warriors (02:07)
5. Black And Blue (02:34)
6. Change Your Ways (01:53)
7. For My Family (02:22)
8. No Regrets (01:48)
9. Revenge (03:12)
10. We Want The Truth (02:24)
11. By My Side (02:51)
12. Come Alive (02:02)
13. All These Years (01:59)
14. Forgive Me Mother (01:56)
Warriors
Con il loro stile inconfondibile, gli Agnostic Front hanno marcato a fuoco la storia della musica Rock statunitense, contribuendo alla nascita del cosiddetto New York Hardcore. Nati per volere dell’estroso chitarrista Vinnie Stigma nel lontano 1980, gli Agnostic Front si conquistarono in breve tempo il rispetto della scena cittadina, una scena profondamente diversa rispetto a quella di Washington, dove imperavano Straight Edge ed un certo cameratismo. Nella Grande Mela dei primi anni ottanta regnava invece il degrado, con la droga a farla da padrona. Ne sanno qualcosa proprio gli Agnostic Front, leader di una scena afflitta dagli eccessi e che più volte rischiò il collasso. Erano ancora lontani i tempi dei Gorilla Biscuits, degli Youth Of Today, del movimento Straight Edge newyorkese. Non a caso, nel periodo d’oro della Youth Crew (1986 - 1990) si assistette ad un lento, ma inesorabile declino delle band legate ad un’attitudine ormai superata, Agnostic Front in primis. Era il 1992: Stigma e compagni decidevano di prendere strade diverse, salvo poi tornare insieme cinque anni più tardi, risollevando in questo modo le sorti della band. Dopo due lavori particolarmente sorprendenti come Something's Gotta Give e Riot, Riot, Upstart, si arriva ai giorni nostri, con le pubblicazioni del discusso Another Voice e del nuovissimo Warriors.
L’album porta la firma della Nuclear Blast, etichetta che nel 2004 prelevò gli Agnostic Front e che da allora ne gestisce le uscite discografiche. Accompagnato da una copertina abbastanza singolare, Warriors appare come il naturale seguito di Another Voice, disco che sancì il definitivo ritorno della band americana a sonorità prettamente Hardcore. Del suo predecessore, Warriors riprende ritmiche serrate e parti vocali, ovvero i due autentici marchi di fabbrica della band. Nonostante questo, comunque, il disco possiede un suono diverso rispetto a Another Voice, merito anche di una produzione veramente impeccabile. Certo, gli affezionati dell’oramai leggendario United Blood storceranno il naso di fronte ad una tale pulizia sonora, ma d’altronde questo è il “prezzo” da pagare quando si incide per la Nuclear Blast, label che davvero difficilmente lascia qualcosa al caso.
Warriors è uscito negli U.S.A. il sei novembre, meno di tre mesi dopo un’altra attesissima pubblicazione Hardcore di questo 2007: Infiltrate The System. Da tempo si prospettava quindi una sorta di sfida tra Agnostic Front e Madball. Dal confronto sembra emergere una concreta differenza tra le due band: se infatti i Madball tendono, nella loro ultima release, ad avvicinarsi agli attuali trend musicali (breakdown ritmici, riff di stampo Metal), gli Agnostic Front restano invece più fedeli al proprio stile, rinnovandolo quel tanto che basta per stare al passo con i tempi. Warriors e Infiltrate The System sono perciò due lavori sostanzialmente diversi, e questo nonostante Freddy Cricien (leader dei Madball) figuri come produttore dell’ultimo studio album firmato Agnostic Front. Warriors, ad ogni modo, non offre particolari spunti d’interesse, rivelandosi il classico disco senza infamia e senza lode. Ad una solida compattezza generale non coincide, infatti, una tracklist particolarmente avvincente. Ad esclusione di Revenge, Forgive Me Mother e della memorabile For My Family (la Gotta Go del 2007), i brani si susseguono in modo abbastanza piatto, senza mai colpire veramente nel segno. E’ un aspetto, questo, che fa parte del DNA della band, a cui, di conseguenza, non si può rimproverare nulla di nuovo.
Gli Agnostic Front li conosciamo tutti, sapevamo che disco aspettarci e non siamo stati delusi: stilisticamente parlando, Warriors è tale e quale il suo predecessore, Another Voice, che a sua volta attinge a piene mani da una tradizione ben definita e poco incline alle novità. Niente da aggiungere: Warriors è un disco nato e concepito essenzialmente per chi l’Hardcore lo vive sulla propria pelle. Ed è giusto così.