- Dave Baumann - Vocals, Bass
- Dave Pelino - Guitars
- Jason Mooney - Drums
- Rob Anthony – Guitars
1. Intro to Corruption 00:40
2. Corrupt Minds 02:03
3. Slaves of Sin 02:43
4. From the Depths 03:31
5. Lifeless Image 01:41
6. Crowd Distress 04:58
7. Crime for Living 03:48
8. Holy Spirit 03:01
9. Living in Today 02:38
10. Ceremonial Slaughter 02:44
11. Warped Illusions 02:13
12. Forgotten Faith 03:26
13. Victims of the Holocaust 00:44
Corrupt Minds
Fine anni 80, Brookfield, Wisconsin. Un gruppo di ragazzi dedito da anni a suonare musica veloce (dal 1983, per la precisione) dal nome Acrophet pubblicò il primo, acclamato album, ovvero questo Corrupt Minds. Il loro apprendistato a base di hardcore, speed metal e thrash lascia un segno pesante sullo stile che questi diciassettenni mostrano di avere su questo album di debutto, ovvero una delle perle più nascoste di genuino thrash metal. L’impulsività, la sincerità e la spontaneità sono alla base di questa pubblicazione; lo stile deriva inevitabilmente dall’hardcore policizzato, come si può notare dai testi delle canzoni; veri e propri assalti al mondo moderno e alla società. La critica non salva nessuno: politici, religiosi, personaggi famosi e difende le persone normali che riescono a malapena ad arrivare a fine mese ma che combattono sempre, senza arrendersi.
Inevitabilmente la proposta musicale rispecchia il tono cinico dei testi, quindi preparatevi a powerchords potenti, arrembanti ed in-your face. C’è poco da capire qui, poco su cui concentrarsi. Non siamo davanti ad una proposta tecnica, dal tocco prog come stava per succedere per altre band in quegl’anni. Gli Acrophet erano veloci e graffianti come pochi. La registrazione è scarna ma lascia spazio a tutti gli strumenti, senza che nessuno di esso sia soffocato. Forse solo la batteria è troppo penalizzata, specialmente per la doppia cassa. Certo, con il seguente album Faded Glory (1990), le cose si sarebbero poi fatte più professionali ma penso che la Triple X Records avesse pienamente azzeccato anche la produzione per Corrupt Minds poiché avesse colto l’anima grezza del gruppo. Dopo un breve intro, ecco che la furia disumana del gruppo esplode con la mitica title-track, loro manifesto anche sulla mitica Stars on Thrash compilation, edita dalla mitica Roadrunner proprio nel 1988. Il tocco hardcore punk di gruppi storici della scena come D.R.I. e Suicidal Tendencies è ben evidente anche nell’inflessione vocale del potente Dave Baumann. Se la sua voce è più profonda e orientata al thrash, è altresì vero che il modo in cui scandisce le parole ha un non so che di rap, ma non vi spaventate.
In poco più di trenta minuti la band non conosce vie di mediazione e ciò che ne esce fuori può essere anche molto convincente come la ferale Slaves of Pain con i suoi influssi Slayeriani, la succitata title-track o le inflessioni punk di una sarcastica Holy Spirit, per poi non parlare del grande riffing principale di Cerimonial Slaughter e Forgotten Faith che mi ha fatto tornar in mente i migliori Exodus. Le partiture soliste di chitarra non appaiono in tutte le canzoni, forse perché molte volte reputate superflue e non adatte ad un assalto frontale di tali proporzioni ma quando lo fanno si lasciano notare per il loro furioso shredding, considerato anch’esso come mero sfogo. Non pretendetelo come un lavoro di fino, maturo o tecnico. Le pecche dettate dalla giovane età si fanno sentire e la fantasia non è esattamente l’elemento essenziale di questa release ma questo non è così importante per i veri appassionati di thrash metal. Di pubblicazioni migliori del settore in quegli ani ce ne sono state, e tante ma è anche giusto non sorvolare su queste piccole gemme di valore. Questi album vanno riscoperti in qualche modo per avere una cultura sempre più approfondita per gli appassionati del genere e tutto sommato glielo dobbiamo agli sfortunati Acrophet.