Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Interscope Records/Universal
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Davey Havok - voce
- Jade Puget - chitarra
- Hunter Burgan - basso
- Adam Carson - batteria


Tracklist: 

1. Prelude 12/21 (01:55)
2. Kill Caustic (02:40)
3. Miss Murder (03:26)
4. Summer Shudder (03:06)
5. The Interview (4:16)
6. Love Like Winter (02:46)
7. Affliction (05:28)
8. The Missing Frame (04:41)
9. Kiss And Control (04:18)
10. The Killing Lights (04:03)
11. 37mm (03:54)
12. Endlessly, She Said (04:27)

A.F.I.

Decemberunderground

La carriera degli A.F.I., acronimo di A Fire Inside, insegna che non si può porre fine al cambiamento, che non c'è limite all'evoluzione. Da quando infatti, nel lontano 1991, i due amici Davey Havok e Adam Carson decisero di formare una band, si è assistito ad mutamento non indifferente. Partito da un Punk - Hardcore di discreta fattura, il quartetto americano, abile a sfruttare il background del nuovo arrivato alle sei corde, Jade Puget, è poi riuscito ad aprirsi musicalmente a nuove influenze senza perdere lo smalto e la grinta dei primi tempi. Il temuto ma inevitabile passaggio su major nel 2003 con il disco Sing The Sorrow segna un ulteriore punto di svolta nella carriera degli A.F.I., veri maestri nel mescolare e personalizzare sonorità di diversa provenienza. Il 2006 vede quindi l'uscita di Decemberunderground, settimo full lenght del gruppo, prodotto stavolta dalla Interscope Records ed uscito in Europa verso la fine di maggio.

Fin da subito appare chiara la contrapposizione fra il nome A Fire Inside ed il titolo dell'album. Se infatti il primo testimonia un calore che brucia dentro, il secondo vuole invece indicare uno stato di misterioso isolamento interiore, evocato tra l'altro dall'azzeccatissima copertina. Tutto ciò è palese anche nei testi dei vari brani, sempre accompagnati da un leggero senso di malinconia, perfettamente interpretato poi da Davey Havok. Il singer, autore di una prova sensazionale, sfrutta tutta la sua estensione vocale per variare stilisticamente, al fine di evidenziare proprio questo contrasto sensoriale. Già dal pezzo introduttivo, Prelude 12/21, si alza nell'aria una fitta e candida nebbia, che, con la sua malvagia imperturbabilità, avvolge fatalmente l'ascoltatore. Da questo momento si è debole preda delle sfuriate chitarristiche del buon Jade Puget, impeccabile tecnicamente ed altrettanto vario, rispetto al suo collega cantante, dal punto di vista espressivo. Degna di nota comunque anche la sezione ritmica, artefice di un lavoro portante fondamentale per mantenere compatto il sound del disco.

Il duo iniziale, in pratica la coppia di singoli estratti dall'album, si mette in bella mostra grazie ad un'interessante unione di rabbia ed orecchiabilità. Nel caso di Kill Caustic è la componente più aggressiva a prendere il sopravvento, con risultati straordinari, mentre in Miss Murder le melodie sono perlopiù suadenti e di facili assimilazione, merito soprattutto di Davey e della sua screziata voce dalle mille sfaccettature. Perla del disco è però Summer Shudder, nel cui refrain sembra di essere realmente bagnati da una pioggia incessante, a cui si oppone tuttavia una potente fiamma fatta di rancore e disperazione. I ritmi non sono mai esagerati e fanno in modo che la nebbia, costantemente intorno all'ascoltatore, possa stringerlo in una morsa di interminabile sofferenza. Mentre Decemberunderground priva di colore i paesaggi circostanti, tutto scompare, ci si ritrova soli contro sé stessi e non c'è alcuna via d'uscita. Con The Interview, canzone pacata e riflessiva, si apre una speranza, un varco nella foschia, ma dura solo pochi minuti, dopodiché Love Like Winter, apprezzabile per via dei suoi inserimenti elettronici, riporta nell'aria un'amarezza mista ad astio. Affliction si rifà, durante numerosi passaggi, all'ottima Kill Caustic, riuscendo di tanto in tanto persino a superarla. In The Missing Frame le chitarre si inaspriscono, il ritmo diviene improvvisamente incalzante e la voce di Davey, pur inserendosi perfettamente nel contesto sonoro, inizia a stabilizzarsi a livello formale. Oscure e dannatamente romantiche al tempo stesso sono invece Kiss And Control, The Killing Light e Endless She Said, al contrario di 37mm ,la quale, a sua volta, presenta egregiamente suoni più avveniristici e meccanici. A chiudere l'album infine un'outro senza titolo, durante la quale il sole torna a splendere nel cielo, donando vita e colore ad un mondo quasi rinato.

Decemberunderground è un signor disco, abile nell'amalgamare vecchie rimembranze Hardcore al tipico Gothic Punk targato A.F.I., aggiungendo a questo intreccio una nuova e forte componente emotiva. Il gruppo americano si dimostra ancora una volta avanguardista, pronto ad esplorare nuovi territori ed a trarne esperienza. Inutile pronosticare quale sarà il prossimo passo in avanti di Davey e compagni, saranno loro stessi ad indicarci la via al momento opportuno. Una cosa è però certa: gli A.F.I. potranno anche mutare l'aspetto, ma ciò che sta sotto, la classe, la passione, quella è la stessa da quindici anni.

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