- Dave - voce, batteria
- Erik - chitarra
- Gisby - basso
1. Intro
2. Lost
3. Red Line
4. O.D.
5. Claustrofobia
6. Astro
Lost
I beneventani 3k nascono nel settembre 2003 quando Dave (voce, batteria), Erik (chitarra) e Gisby (basso) decidono di formare un complesso che racchiudesse le loro idee contingenti e le medesime passioni musicali che li coinvolgevano. L'intento era quello di dare vita ad un gruppo alternative/rap rock, nel quale si percepiscono grandi influenze dal Grunge, dal Nu (Korn e Deftones in primis) e in misura minore dall'Hardcore, caratterizzato da una "miscela esplosiva e trascinante di rabbia", "serrate sezioni ritmiche" e "suoni taglienti come lame di rasoio", come viene pubblicizzata la formazione. Il loro obiettivo primo era il farsi conoscere nel panorama partenopeo portando una ventata di vitalità ed energia nella scena, e tutto sommato ci sono le carte giuste per dare per davvero uno positivo scossone nel mezzogiorno musicale. Con modeste risorse e tanta passione il trio rilascia un primo demo autoprodotto nel 2004 seguito da numerosi live che riscuotono un buon successo nel pubblico per il coinvolgimento e il divertimento che i tre sanno ricreare. Nel 2005 infine entrano in collaborazione con la Ko Rec per la quale pubblicano un secondo demo, Lost, in cui vengono sia riproposti i brani precedenti che portati alla luce di nuovi. La loro musica è fedele ai canoni dei loro influenzatori, anche troppo, visto che in alcuni momenti il demo si mostra fin troppo debitore di Korn e Deftones. Le vocals di Dave sono un rap in italiano molto trascinante, ma capace anche di passi più urlati; il problema forse è l'ancora alta immaturità che porta Dave a non essere espressivo quanto vorrebbe né abbastanza personale. I riff hanno momenti interessanti, ma fin troppo permeati di influenze grunge e di un certo nu metal. In ogni caso essendo una demo non si può essere troppo severi e bisogna vedere anche gli spunti promettenti, con tutte le attenuanti dovute alla forte inesperienza. Infatti i riff sono in genere duri e granitici, molto apprezzabili dai fan di certi gruppi americani che cercano una proposta simile anche in Italia, e l'inserto di Dave può risultare molto godibile dagli appassionati di rapcore anche qui interessati a novità in territorio italico. I brani sono tutti molto brevi a testimoniare l'immediatezza e l'impatto della loro musica.
Dopo gli alieni effetti elettronici iniziali di Intro, l'album comincia realmente con Lost, brano energico e granitico che fa emergere rapidamente le influenze grunge e il piglio del basso funky su cui si adagiano le vocals di Dave. Alcuni riff ricordano molto lo stile degli Alice in Chains ma l'elemento nu rimane una costante. Lo si percepisce soprattutto in Red Line, ricco di sfuriate e di distorsioni derivate dal crossover anni '90. O.D. rimescola il tutto col grunge più pesante, il risultato è quasi metalcore per la sua rabbia, diretto e di forte impatto. Continua su questa linea Claustrofobia, che ad un certo punto vede Dave uscire con dei brevi versi che imitano fin troppo alcuni "esperimenti" di Jonathan Davis, verrebbe in mente Twist, ma più che un plagio sembrerebbe il classico tentativo di imitazione, o meglio, emulazione che segna i primi passi. Astro viene introdotta da un arpeggio oscuro e molto melodico, presto interrotto da ritmiche e giri di chitarra parecchio in stile Korn. Alcuni riff in lontananza paiono ricordare addirittura i primi Rammstein, ma sono molto filtrati dalla loro ottica.
In definitiva come demo è molto buono ed interessante, la band è molto giovane ed ha espresso un grosso potenziale per il futuro; come molti, troppi gruppi esordienti italiani, c'è sempre uno o più nomi presi come ispirazione diretta, che minano lo sviluppo di una personalità propria, e quindi il canonico consiglio è quello di non rimanervi ancorati e du saper andare oltre e creare di realizzare qualcosa di proprio e maggiormente personale. Ci sono energia e voglia di fare che possono rappresentare un buon punto di partenza con cui ritagliarsi realmente un posticino nel panorama crossover italiano, assieme ad ottimi nomi come i Linea 77. Da segnalare l'ottima produzione che rende ciascun brano nitido e piacevole da ascoltare.