- Lenzig - voce
- John - batteria
- Jawsh - basso
- Steve - chitarra
- Zac - chitarra
1. Scientifie Remote Viewing
2. Wraith
3. Counting The Days
4. The Will Or The Way
5. Piecemaker
6. Enviovore
7. Dying Will Be The Death Of Me
8. Inside Is Out
9. Sleeprace
10. Kill For Weed
11. Litany Of Failure
12. Ontogony Of Behavior
Anomalies
Anomalies é il quarto album dei Cephalic Carnage, band nata nel 1992 nel Colorado, a Denver. La loro carriera inizia più precisamente nel 1994, anno corrispondente alla pubblicazione della loro prima demo intitolata Scrape My Lungs, primo vagito di una delle creature più sfaccettate, particolari e originali della musica estrema internazionale. Anomalies, oltre ad essere la definitiva consacrazione del gruppo statunitense (laddove i precedenti dischi non riuscivano pienamente ad affermarne lo stile e la peculiarità del linguaggio) ne rappresenta il capolavoro ultimo e inarrivabile, un monolite dal valore inestimabile, basato su un death metal estremamente variegato e ricercato, non privo di allucinate parentesi schizofreniche e di atmosfere instabili, dannatamente inquietanti.
Un ordigno quindi, che alla sua esplosione lascia fluire nell'aria tutta la sua malsanità, tutto il suo essere brutale, la sua essenza violenta ma al contempo ricercata e immersa in una sperimentazione a 360° che scava negli angoli più remoti e nascosti del metal estremo: il risultato è un disco di una potenza ammaliante che fa della ricerca sonora e di un'impostazione insana e schizoide il suo primario punto di forza.
Scientific Remote Viewing è il primo gioiello di questa guerriglia sonora, e mostra sin da subito tutto l'armamentario in possesso dei Cephhalic Carnage: basi ritmiche frammentate e velocissime, fraseggi chitarristici che si innalzano in vortici di allucinante (ma mai esagerato) tecnicismo, il tutto a costruire atmosfere malsane e, come ben suggerisce il titolo dell'album, anomale. Si continua su questa strada con la seconda traccia Wraith, dissonante, diabolica, stracolma di impercettibili sbalzi ritmici che ne elevano di conseguenza il tasso di complessità esecutiva; lungo quest'assetto armonico-melodico Anomalies partorisce brutalmente le sue creature, rielaborando i tratti principali del brutal-death a stelle strisce all'interno di un processo compositivo estremamente variegato e multiforme.
Ogni traccia che passa é un iniezione di cattiveria, un'overdose di lunatica follia, un incubo madido di disperazione e brutalità: ne é un esempio la quarta e superba traccia The Will Or The Way (continuo alternarsi di momenti iper-spinti e di pause cadenzate da brivido), o la più allucinata Piecemaker (straordinario il suo richiamo a sonorità classic rock riproposte con grande estro).
A rendere ancora più fitto e misterioso il lato oscuro dell'album ci pensa inoltre una serie di tematiche e di testi esplosivi riguardanti misantropia, violenza e soprattutto sanità mentale, quell'equilibrio che, ironicamente parlando, i Cephalic Carnage hanno oramai perduto dopo il fallimento della loro bizzarra proposta: l'Hydrogrind, un miscuglio tra tematiche sulla marjuana e un folle grindcore.
La seconda parte dell'album riprende di nuovo quella che é l'idea centrale del lavoro, ovvero composizioni ritmicamente indecifrabili accompagnate da complessi (ma sempre più belli) intrecci strumentali. Una perla assoluta rimane a questo punto l'ottava song Inside Is Out, un crogiolo di psichedelia, dinamiche free-jazz, brutalità death e un senso di sperimentazione che quasi riporta alla mente gli Atheist di Unquestionable Presence.
La conclusione dell'album arriva infine con Ontogony Of Behavior, illusoria nella sua partenza più sottomessa e quieta, e massacrante nel suo lento svolgimento in crescendo, non chiuso come una qualsiasi canzone bensì stoppato come se fosse stato premuto il tasto di spegnimento mentre il brano era ancora in corso: un effetto di chiusura a dir poco eccezionale.
Anomalies rappresenta per questo il migliore lavoro dei Cephalic Carnage e una dei migliori prodotti usciti in ambito estremo negli ultimi dieci anni. Non averlo è un reato, soprattutto per gli appassionati sfacciati del death metal più tecnico, ricercato e schizofrenico. Capolavoro.