- Ed Kowalczyk - voce, chitarra
- Chad Taylor - chitarra
- Patrick Dahlheimer - basso
- Chad Gracey - batteria
1. The River
2. Mystery
3. Get Ready
4. Show
5. Wings
6. Sofia
7. Love Shines (A Song For My Daughters About God)
8. Where Do We Go From Here?
9. Home
10. All I Need
11. You Are Not Alone
12. Night Of Nights
Songs From Black Mountain
Grazie al loro sound sempre in bilico tra il buon rock ed il grunge, come sospeso a metà strada tra gli U2 e i Pearl Jam, i Rem e i Creed, questo gruppo americano, proveniente dalla Pennsylvania, aveva attirato la mia attenzione fin dalle sue prime releases. I Live infatti mi avevano stupito con il loro rock fresco e con album validi, come Throwing Copper, o le tante song che facevano veramente ben sperare, da Lightning Crashes a All Over You o Dance With You, facendo presa sulla voce nasale del cantante Ed Kowalczyk, mastermind della band, e su un rock dalle sfumature grunge e dal sapore "anthemico", quindi caratterizzato da ritornelli orecchiabili e diretti, mentre le lyrics erano socialmente impegnate e talvolta filosofiche. Ed anche Byrds Of Pray, con cui ci avevano lasciato nel 2003, sembrava proseguire lungo il percorso musicale intrapreso dalla band, ecco perchè nell'ascoltare quest'ultimo Songs From Black Mountain, settimo album in studio, sono rimasto molto spiazzato ed anche un pò deluso.
Le dodici canzoni contenute in quest'album infatti presentano una evidente differenziazione nella musica dei Live, che abbandona del tutto quelle sfumature Grunge e Post Grunge, per lanciarsi invece verso sonorità pop, fin troppo radiofoniche e pronte a strizzare l'occhio alle classifiche, perdendo però quella grinta e quel mordente che tanto piacevole avevano reso la loro proposta musicale. Il songwriting di Kowalczyk cerca di rivisitare vecchi e nuovi temi con una nuova chiave; religione orientale, spiritualità, idealismo, guerra, amore e famiglia le tematiche trattate. Ma purtroppo, come dicevo, tutto risulta svuotato dalla mancanza di grinta e mordente. Non mancano di certo buoni brani, come l'iniziale Mystery o Sofia o ancora la conclusiva Night Of Nights, il problema è che accanto a queste troviamo canzoni quasi insopportabili, come Love Shines (A Song For My Daughters About God) , dove sembra quasi di ascoltare in alcuni tratti i Backstreet Boys, o All I Need e You Are Not Alone, e tra questi due estremi canzoni discrete come Home, canzone attuale e pacifista e l'iniziale The River, in parte rovinata però da quella sua accentuata vena pop.
I Live con quest'ultimo album hanno fatto un passo indietro, passo reso più lungo dal fatto che hanno perso in coerenza e credibilità nel tentativo frettoloso di entrare nel giro della scena musicale che conta, ma hanno cercato una scorciatoia anzichè, come sarebbe più opportuno, entrare dalla porta d'ingresso, e non hanno capito che per fare ciò bisogna seguire ciò in cui si crede senza perdere la propria coerenza e senza andar dietro ai clichès imposti dai trend e dalle tendenze del momento.