- Mike Tramp - voce
- Vito Bratta - chitarra
- Felix Robinson - basso
- Nicky Capozzi - batteria
1. Broken Heart
2. Cherokee
3. Fight To Survive
4. Where Do We Run
5. In The City
6. All The Fallen Man
7. All Burn In Hell
8. Kids Of 1000 Faces
9. El Salvador
10. The Road To Valhalla
Fight To Survive
I White Lion si formano nel 1983 per iniziativa del vocalist Mike Tramp, trasferitosi a New York dalla Danimarca, e del chitarrista Vito Bratta, di chiare origini italiane, i quali reclutano come bassista Bruce Terkildsen, subito sostituito da Felix Robinson, e Nicky Capozzi, anche lui di origini italiane, alla batteria. Entrano in studio nel 1984 dove iniziano a lavorare sul loro primo album, di cui oggi è possibile poter reperire solo il vinile o la musicassetta, visto che le ristampe su cd in Italia furono disposte dalla sola Curcio Editore, che nel 1992 ebbe la bellissima idea di lanciare in edicola una collezione che raccoglieva alcune delle più valide uscite del Metal ottantiano. La line-up non fu mai stabile e subito dopo le registrazioni di quest'album, che segnò l'esordio discografico dei White Lion, Robinson e Capozzi lasciarono la band e furono sostituiti rispettivamente da Dave Spitz, fratello del Dan degli Anthrax e presto sostituito da James Lomenzo, e da Greg D'Angelo, già batterista degli Anthrax.
Nel 1985 esce così Fight To Survive, un album impregnato di Class Metal ed Hard Rock melodico, ma non ancora quell'Hard melodico dei vari Europe e Bon Jovi che avrebbe caratterizzato la musica di Rock duro degli "eighties", compresa quella degli stessi Leoni Bianchi a partire già dal successivo Pride. La voce del frontman Tramp è calda e sensuale e la sua interpretazione magistrale, mentre Vito Bratta è tra i chitarristi più bravi e sottovalutati del panorama Hard Rock degli anni '80.
L'opener Broken Heart, parte in tono sommesso con la voce di Tramp a tenere le redini fino a quel rullo di tamburi che dopo i 50 secondi sprigiona il grintoso ed energico riff di Bratta pronto a reggere una gran bella melodia ed un esplosivo refrain, che viene spontaneo canticchiare, anche la successiva Cherokee, è una bella canzone dalla veloce sezione ritmica che va a contrastare con la sua linea melodica da ballad, invece l'inizio di Fight To Survive sembra eseguito da Eddie Van Halen, e questo la dice tutta sulla tecnica di Bratta, mentre il brano prosegue energico, duro e melodico tra i soli del chitarrista e la calda voce del singer. Where Do We Run è un altro gran pezzo rock oriented sostenuto oltre che dalla sua melodia, dai rintocchi di basso che dettano l'andamento e dalla solita chitarra, con un solo al fulmicotone nella parte centrale, a seguire la più cupa ed Heavy, ma sempre melodica, In The City, così come molto Heavy risultano All The Fallen Man, che esplode però in un bellissimo ritornello melodico, adrenalinico ed orecchiabile, e la dura All Burn In Hell. Si prosegue sulla stessa scia con Kid Of 1000 Faces, invece El Salvador è una song incredibilmente originale, difficile pure da definire con il suo andamento Heavy, la melodia da Soul Ballad ed un chorus talmente epico da sembrare cantata da un gruppo Power Metal, per concludere alla grande con Road To Valhalla, aperta da trombe medievali questo lento si snoda su una bellissima e dolce melodia sorretta dal piano; il brano in questione, una ballad epica, melodica e solenne, sembra quasi un continuo pre-chorus pronto ad esplodere in un ritornello pieno e pomposo, che viene introdotto però da un gran solo di Bratta soltanto verso l'ultimo minuto, dopo un'attesa lunga e piacevole.
E' incredibile come il mercato discografico sia così condizionato da molteplici fattori, di immagine, di vendite, di fortuna ed altro, ed incredibile è anche come in quei meravigliosi anni '80 molti gruppi di gran lunga inferiori, a mio modesto avviso, ai White Lion, come ad esempio Motley Crue, Poison o Extrema abbiano raggiunto un maggior successo ed una maggiore notorietà, pur non negando che anche tali e buoni gruppi avevano molto contribuito all'affermarsi di quel Glam Rock melodico che come più volte detto caratterizzò quel decennio. Fight To Survive è un album d'esordio che presenta così tanti brani di qualità elevata da non sembrare un debut, ma nonostante ciò il disco non ebbe il successo che Tramp e Bratta avevano sperato ed ipotizzato, eccezion fatta per il Giappone, dove invece fu accolto molto positivamente, inoltre questo full-lenght si differenzierà molto, per le sue sonorità più Heavy ed i suoi toni più epici, dal resto della successiva discografia dei Leoni Bianchi.