- Ronny Moorings - synth, chitarra, voce
- Anka Wolbert - basso, voce
- Pieter Nooten - synth, voce
1. Going Round
2. Muscoviet Musquito
3. Strange 9 to 9
4. Call It Weird
5. Abysmal Thoughts
6. A Day
7. Strumble And Fall
8. No Words
9. Stranger
10. Equal Ways
11. 7th Time
Subsequent Pleasures
Quando si parla dei Clan Of Xymox si parla di una fetta importante della storia del dark mondiale. Su questa linea poi risulta certamente fondamentale il loro primo platter targato 1984, Subsequent Pleasures, mini-lp di cinque tracks autoprodotto, realizzato in sole cinquecento rarissime copie. Da qui l’opera viene successivamente ristampata nel 1994 in un full-length ufficiale composto da undici tracks: i cinque brani originali, più sei versioni demo che permisero di raggiungere l’accordo con l’etichetta 4AD. Tutto ha inizio infatti in quel lontano 1984 quando la band olandese costituita dal fondatore Ronny Moorings, più la sua ragazza, Anke Wolbert, e il compagno di stanza, Pieter Nooten, cominciava ad esibirsi in molti locali dei Paesi Bassi, fino a quando, per puro caso, in un ristorante di Nimega, incontrarono Lisa Gerrard e Brendan Perry dei Dead Can Dance. I due interessati alla musica del gruppo olandese, si fecero dare una copia del loro demo e da li a poco venne fuori il contratto con la 4AD, stessa label dei DCD, con i quali i Clan Of Xymox partirono per un tour in Inghilterra. Due storie di band fondamentali, ognuna con le sue peculiarità stilistiche, si intrecciano dunque fortuitamente; così i COX possono emergere grazie all’appoggio di un’etichetta già famosa e iniziano una carriera in ascesa che ha nella ristampa di Subsequent Pleasures solo uno dei momenti di maggior vanto.
Il disco contiene tutto il fascino dell’atmosfera dark underground, dissonante, acida ed estremamente coinvolgente, con in più la componente elettronica, che modella in modo impeccabile un sound electro-goth. Sono prova di ciò i suoni orbitanti, stellari, di Going Round che già anticipa a parole il tema dello stordimento, dell’effetto narcotizzante di questa musica. Grande lavoro dunque di synths e sequencer che sicuramente fa da modello ai successivi Covenant. La successiva Muscoviet Musquito esprime invece quello che si potrebbe definire come topos della musica dark dal punto di vista lirico, ovvero il disagio e la sofferenza d’amore, che ad esempio è tanto presente nei Sisters of Mercy (è molto simile a loro la struttura ritmica di chitarra e basso) o nei compatrioti Cure (la voce esprime la stessa sofferenza, sugli stessi toni esausti e spettrali). Si riallaccia ancora maggiormente alla tradizione britannica darkwave di quegli anni la successiva Strange 9 to 9, grazie a un dissonante ed estraniante arpeggio di chitarra e a un basso frastornante. Il capolavoro del full-length arriva però con Call It Weird, quarta track, di un’atmosfera unica, oscura, stonata e decadente in modo inequivocabile e ineguagliabile. La voce femminile cresce poco a poco e riempie di disagio l’ascoltatore. E’ molto bella poi la linea melodica di chitarra che si intreccia in modo assolutamente acido ad effetti allucinogeni di keyboards. La mancanza di equilibro, ad esempio tra i vari sistemi strumentali, è il fiore all’occhiello di questo tipo di sound e i Clan Of Xymox fanno loro questo concetto con grande maestria. Infine Abysmal Thoughts, con una soluzione sonora molto suggestiva ed evocativa, resa da vocal cupo, ermetico e da zampillanti riff di chitarra, conclude la sessione originale del mini Subsequent Pleasures.
Con A Day si entra in un’atmosfera decisamente all’insegna dell’electro-gothic, che sfiora a volte la morbidezza del pop. Forte dinamismo, reso stilisticamente da un massiccio apporto di beat, e soluzioni melodiche determinate da svariati effetti di keyboards stanno alla base di A Day, che per la ritmica scansione strumentale di drums e per il vocal profondo, appena pronunciato, ricorda appena i Bauhaus di Burning From the Inside; mentre certe strutture del riffing si allineano ai contemporanei Sisters Of Mercy. Ma la direzione stilistica dei Clan Of Xymox non è semplicemente quella di un calco professionale e di qualità del lavoro di altre band. Si tratta di atmosfere nuove, magiche, piene d’energia, che spaziano attraverso tutte le diramazioni wave grazie alla nuova direzione elettronica data dall’uso preponderante di synths. Si passa da situazioni più elettroniche e ballabili (che successivamente verranno estremizzate dalla band verso l’ebm e lidi dancefloor) a parti più delicate, rilassate e malinconiche come nell’evanescente No Words. Proseguendo ancora dai sottili e spaziali intrecci di sintetizzatore di Stranger si arriva infine all’ultima 7th Time che chiude in modo poetico, con il caldo e avvolgente vocal femminile, un disco storico, di inequivocabile valore.