- Aldo Tagliapietra -voce, basso, chitarra
- Toni Pagliuca - tastiera
- Michi Dei Rossi - batterista
1. Collage (04:42)
2. Era inverno (05:00)
3. Cemento armato (08:08)
4. Sguardo verso il cielo (04:12)
5. Evasione totale (06:56)
6. Immagini (02:58)
7. Morte di un fiore (03:00)
Collage
A due anni di distanza dal debutto Ad Gloriam del 1969, il trio italiano dei Le Orme pubblica il secondo capitolo discografico, sicuramente più ragionato e maturo dell’avventato esordio: Collage può però essere considerato il primo vero e proprio album degli Emerson Lake & Palmer italiani, un’opera ricchissima di elementi Pop e ancora così poco intrisa di quegli aspetti Progressive che andranno a delineare i seguenti lavori.
La musica dei Le Orme è un miscuglio di romanticismo e buon gusto timbrico, a cavallo tra le sonorità sperimentate dai Quatermass fino al nascente Progressive della nostra penisola di Banco del Mutuo Soccorso e Premiata Forneria Marconi.
La tilte-track Collage apre le danze con i suoi cinque minuti di bella composizione di organo, diretto, melodico e spensierato, nonché suonato con talento e maestria dall’abilissimo Toni Pagliuca. Tanti gli elementi barocchi in stile Genesis, come le distensioni acustiche e le corpose riprese. Sfarzosa nella sua sinfonia, essa collega alla seconda Era Inverno, dove viene conferita grande rilevanza ai testi scritti da Aldo Tagliapietra: ciò che distingue i Le Orme dalle altre realtà del Progressive europeo è l’attitudine a stendere ogni episodio mantenendo l’approccio tipico della canzone Pop italiana, come dimostrano la melodica Cemento Armato, ricca di suadenti intrecci di pianoforte e già molto innovativa nei suoi temi di Hammond e Moog, o la celeberrima Sguardo Verso il Cielo, forse il pezzo che ha portato la formazione sulla cresta dell’onda del successo nei Settanta.
Pagliuca si rivela come al solito fondamentale, andando a rivestire il ruolo dell’Emerson di turno, sicuro di sé nei giochi di organo e capace di gestire diversi registri timbrici che si legano con efficacia alla struttura-brano ideata dai Le Orme.
Evasione Totale assume una direzione certamente più moderna, grazie alla sua atmosfera spalmata e tanto debitrice verso aloni psichedelici fortunatamente non del tutto dimenticati dal frangente progressivo italiano: la strumentale però si manifesta piuttosto monotona e priva di mordente, rappresentando un capitolo non del tutto
Immagini già dal titolo esprime le emozioni che si possono provare ascoltando i tre minuti di poetica ballata plasmata dalla mente di Tagliapietra: da qui si delinea il feeling più commerciale dei Le Orme, che sfocerà l’anno successivo con la pubblicazione del singolo Gioco di Bimba.
Leggermente troppo monotona la parte finale dell’album, poiché la delicata Morte di un Fiore fatica ad uscire dal suo guscio per trovare la via del Progressive più fluido in pieno stile inglese.
Una musica senza dubbio gradevole e tecnica nella dimensione progressiva che evoca in certi suoi passaggi, ma ancora largamente rinchiusa nella scia Pop intrapresa da parecchie bands all’inizio dei Settanta nel nostro Paese. In definitiva, Collage raffigura un discreto esempio di sonorità italiane, ben lontane però dalle sublimi sperimentazioni inglesi, seguite solo dai grandi Premiata Forneria Marconi e Banco del Mutuo Soccorso. Tante furono le realtà minori, e i Le Orme si possono considerare a metà fra questi due filoni che hanno ritratto al meglio una scena bella e varia come quella nostrana.