Dopo l'inevitabile scioglimento dei Kyuss, il loro geniale chitarrista Josh Homme (la mente che stava dietro al progetto) si prende un breve periodo di pausa, per poi tuffarsi in una nuova avventura: forma un gruppo e lo chiama Gamma Ray, ma l'omonima band tedesca minaccia di far loro causa; così lo cambia in Queens of the Stone Age in memoria di un discorso venuto fuori negli studios in cui registravano i Kyuss.
Il primo lavoro dei Queens of the Stone Age è questo omonimo disco; è interamente parto di Josh Homme, che sta dietro a basso, chitarra, voce e testi. Si avvale del contributo dell'ex Kyuss Alfredo Hernandez alla batteria, della produzione di Chris Goss, e di qualche aiutino da parte dei suoi amici musicisti (nientemeno che la crema della scena grunge di Seattle).

Il concept di Homme è particolarmente originale: vuole costruire un album che riporti lo Stoner (se non il Rock tutto) sui binari della semplicità, della durezza e dell'immediatezza. Così sfrutta massicciamente riff monolitici e ripetitivi per trovare un nuovo modo di fare rock, da lui stesso battezzato "robot rock". L'esempio più lampante è l'opener Regular John, ma tutte le tracce sono su questa falsa riga.
Lo stoner dei Kyuss è stato depredato dai momenti sognanti e psichedelici, raffinato, modellato, uniformato, compattato in formato-canzone, e cantato dalla voce pulita e melodica di Homme (che si dimostra un ottimo cantante, capace di inventarsi melodie vocali molto particolari); allo stesso tempo Homme ne mantiene i tratti rumoristici (muri di suoni compatti e lancinanti, percussioni qua e là, ritmiche battute con potenza) e le atmosfere desertiche che solo lui è in grado di creare così alla perfezione.
La formula riesce specialmente sulla già citata Regular John, sulle bellissime If Only e Avon, sulla potente How to Handle a Rope, sulla emotiva Mexicola, sulla schizofrenica e strumentale Hispanic Impressions. E' un album godibilissimo, che segna un passaggio molto importante per la musica degli anni '90, e regala delle sonorità potenti e originali.

Poco dopo la fine delle registrazioni, il vecchio bassista dei Kyuss Nick Oliveri e il chitarrista Dave Catching vengono inclusi nel gruppo per organizzare il tour successivo al disco. Il messaggio telefonico della richiesta di Oliveri di poter far parte della band si può ascoltare alla fine dell'ultima traccia (I Was a Teenage Hand Model).