- Jacopo Teodori - chitarra, voce
- Fossimer - basso, cori
- Enrico Rosso - chitarra
- Francesco Ziello - batteria, pianoforte
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1. Ad Nihil
2. Altari
3. Suspirium
4. Lilith
5. Golgotha
6. Et Lux Perpetua
7. Ante Lucem
Ante Lucem
A Roma nell’inverno del 2000 nascono gli Eligor, gruppo black metal che sei anni più tardi realizza il suo primo full-length, Ante Lucem. La storia della band è piuttosto oscura. E’ segnata infatti, nella sua svolta decisiva, dal nefasto suicidio di Alessandro Nesci, vocal e tastiera, il quale aveva fondato la band insieme all’altro vocalist e chitarrista Jacopo Teodori. Dopo questo tragico evento, gli altri componenti del gruppo decidono lo stesso di entrare in sala registrazione cinque giorni dopo, per dare vita al progetto che era rimasto ultima volontà dell’amico scomparso. Così diedero vita a In Nomine, senza alterare né il mixaggio, né le parti registrate in precedenza da Alessandro.
In seguito alle prime critiche positive, la band arriva quindi nel 2006 all’uscita di Ante Lucem, album molto intenso, ricco di spunti, che sottolinea le qualità di ciascun membro degli Eligor.
Innanzitutto il vocal si fa molto apprezzare. E’ uno screaming agghiacciante, malefico e sfumato. La prima track, Ad Nihil, è a questo proposito un’ ottima presentazione. Un intro fastidioso di chitarre prepara l’aggiunta della voce che carica di drammaticità le liriche in inglese. E’ ben riuscita poi l’evoluzione stilistica del brano: cambi di velocità, riffing vario e coinvolgente assicurano un impatto d’effetto sull’ascoltatore che è trascinato in un vortice emotivo d’odio e dolore. Insomma si ha a che fare con una band che ha recepito perfettamente i canoni del Black metal old style e che ad esso aggiunge una serie di riff acustici, in stile Hate Forest. Ad Nihil, con quasi sette minuti, è tra l’altro la song di maggiore durata fra le sette track componenti l’album. Da questa prima onda d’urto, ci si sposta verso Altair, nella quale l’ascoltatore di entusiasma con un attacco ancora più travolgente, con lyrics italiane. Qui la batteria compie un lavoro importante, soprattutto in una svolta finale dove scandisce con doppia cassa un andamento incalzante.
Poi inizia una delle tre canzoni strumentali del platter, Suspirium, Golgotha, Ante Lucem. In queste sono evidenziate le qualità dei singoli sistemi stilistici. Drums e chitarra si arrampicano una sull’altra in vorticosi crescendo emotivi e sonori. Sono decisive parti arpeggiate di chitarra, malinconiche e misteriose, che svaniscono poi in riffing più violenti o, nel caso di Suspirium, in una parte ambient, molto interessante. E’ molto tetra invece la soluzione in Golgotha, resa grazie a un sound grezzo delle chitarre. Più bella e originale è invece il giro di piano in Ante Lucem che, in qualità di ultima track, crea un’atmosfera molto delicata e sospesa tra il mistero e la drammaticità. Frapposte a questi tre brani troviamo Lilith, notevole per i riff potenti e i cambiamenti stilistici, anche se quello centrale appare forzato, se non addirittura slegato, e Et Lux Perpetua. Questa track è, insieme alla prima, la meglio riuscita per il vocal. Qui Jacopo Teodori esprime tutta la malvagità e la freddezza di cui è capace. Basso e chitarre procedono perfettamente paralleli alle linee vocali.
In generale, per la maggior parte dei trentacinque minuti del full-length, gli Eligor si sono dimostrati capaci di comprendere come si debba fare un black metal all’altezza di un pubblico nazionale. La produzione è qui giustamente underground; questo può comportare dei limiti, come dei vantaggi per il tipo di genere trattato. Con ciò, Ante Lucem è da considerare un album discreto, che deve essere ascoltato in quanto il combo romano costituisce una realtà black molto interessante nel panorama italiano, che può notevolmente maturare.
“In Memory of Alessandro Nesci”