- Michael Sadler - voce
- Jim Critchon - basso
- Ian Critchon - chitarra
- Jim Gilmour - tastiera, voce
- Brian Doerner - batteria
1. That’s As Far As I’ll Go (04:36)
2. Back To The Shadows (05:16)
3. I’m OK (05:36)
4. Time To Play (03:31)
5. My Friend (03:19)
6. Trust (05:44)
7. It’s Your Life (04:10)
8. Footsteps In The Hall (03:25)
9. Ice In The Rain (05:01)
10. You Were Right (04:05)
11. On The Other Side (04:56)
Trust
A quasi trent’anni dal loro debutto omonimo del 1978, lo storico quintetto canadese noto sotto il moniker di Saga approda alla Inside Out e sforna il suo diciottesimo album di studio, questo Trust, che appare un’opera fluida e spontanea, intrisa di quell’approccio melodico e coinvolgente che sa divertire i fans di tutto il mondo. Con il trascorrere del tempo addirittura 15 milioni di amanti del Progressive Rock e dell’Hard Rock si sono avvicinati alla musica presentata dai Saga, a conferma dell’ottimo ed assiduo lavoro svolto dai cinque canadesi in questo trentennio.
Il sound non è variato neanche in questo Trust ma le soluzioni melodiche che accostano i Saga ad altre band culto dell’Hard Rock (Europe su tutti) e del Neo Progressive (i Pallas del celebre The Sentinel) sono sempre nuove ed inaspettate.
Le tastiere dominano sovrane sull’intera composizione, con i loro timbri spaziali e potenti, con i loro riff aggraziati e i temi progressivi di notevole spessore: difatti dall’iniziale That’s As Far As I’ll Go si comprende quale sarà la direzione dell’album, diretto ed energico, esaltante e complesso. Le ampie reminescenze dagli Yes di Fragile nelle aperture melodiche e corali contribuiscono a spezzare l’andamento del brano e a creare atmosfere cosmiche intriganti e sospese.
Back to the Shadows costituisce il capitolo migliore di Trust, ben trascinato dagli snelli riff di chitarra, per poi abbandonarsi a sezioni più avvolgenti e concludere infine con un vero e proprio duello virtuoso tra i due strumenti portanti, chitarra e tastiera.
Lo sviluppo di Trust è da leggere in chiave completamente melodica, meno connesso alla sorpresa iniziale e più votato a ripercorrere le orme di un AOR arricchito da innumerevoli elementi Progressive: sia I’m OK che Time to Play sono buoni episodi che testimoniano la qualità del percorso intrapreso dai Saga dal 1978 a questa parte.
Dopo l’atmosferica My Friend, sottotono e non all’altezza del resto delle composizioni, ecco la title-track Trust, ben concepita nella sua struttura interna, un climax che fa scaturire il tutto in assoli interessanti e non scontati. Risorge quell’anima Hard Rock melodico che ha sostenuto il sound dei canadesi in It’s Your Life, subito sostituita dalla scherzosa Footsteps in the Hall, neo Prog di discreto impatto, sensibile nel suo feeling, posata nella sua impostazione, ma troppo poco impetuosa.
Anche le ultime tre tracce sono simbolo della tradizionale sfera compositiva dei Saga e, in particolare, You Were Right trasuda delle influenze dei vecchi Marillion, a testimonianza che i Saga sono ancora vicini sia alle realtà che hanno contribuito con loro a far emergere la scena Progressive degli Ottanta sia ai canoni da sempre esibiti attraverso ogni opera.
Si consiglia Trust non solo ai 15 milioni di fans sopra citati, che potranno certamente gustarsi un ritorno degno delle pubblicazioni precedenti, ma anche a tutti coloro che non conoscono la band e hanno desiderio di godersi quasi 50 minuti di tipiche sperimentazioni ottantiane. Da sottolineare poi la splendida copertina realizzata dall’artista ungherese Balàzs Pàpay, che contribuisce a creare il contesto Saga, a cavallo tra passato e presente.