- Roman Schonsee - voce
- Kemi Vita - voce
- Judith Stuber - voce
- Jan Yrlund - chitarra, programmazione
- Oliver Philipps - pianoforte, voce
- Milos Marisevic - basso
- Merijin Mol - batteria, percussioni
1. Eternitas
2. Invictus
3. Feel The Rush
4. My Legacy
5. The Dark Gift
6. Sacred Lies
7. The Bridge of Death
8. Fall From Grace
9. No Tears, No Embrace
10. The Haunted Lovers
11. This Dream
12. Evigkeit
Eternitas
Eternitas costituisce il primo capitolo per la formazione nordeuropea dei Satyrian che raccoglie tra le sue file vecchie conoscenze. Abbiamo infatti ex militanti dei Lacrimosa, Everon, The Dreamside, Pyogenesis. Insomma l’esperienza alle spalle è consistente e di fatto il sound del combo sa approfondire in modo inaspettato una molteplicità di generi. Spaziano da una tendenza gothic metal generale a canoni prettamente progressive, power o anche epic. In più l’utilizzo di keyboard amplia e movimenta l’apparato sonoro.
Entrando nel vivo dell’ascolto, si riconosce subito un aggraziato duetto femminile che si spezza su un growl non sempre esaltante, che non ricopre però tutta la durata del platter. Con il secondo pezzo del debut, Invictus, è molto più riconoscibile l’influenza elettronica con un vocal maschile che ricorda perfino quello di Stanne dei Dark Tranquillity di Damage Done. A queste atmosfere si succedono poi situazioni più malinconiche, darkeggianti, come in The Dark Gift. L’abilità della band consiste proprio nel conciliare svariate componenti musicali per non rischiare di finire in monotone produzioni. E soprattutto non vanno a rimestare tra gli altri “padri” del gothic metal europeo come Lacuna Coil o Nightwish.
Ricorrono dal punto di vista strumentale dolci intro di keyboard, molto evocativi e romantici, allineandosi quindi con la tradizione, e le ottime parti orchestrali, che ricordano, con le dovute differenze di stile, i Dargaard. Costituisce poi una piccola unità a parte Bridge of Death, che si inserisce in modo palese nel filone folk, che non spezza l’ascolto, ma che si concilia col tenore generale dell’album.
Si riallaccia a The Dark Gift la trascinante No Tears, No Embrace, che nella parte iniziale sembra con stupore richiamare sessioni ritmiche di batteria dark.
E’ un debutto sicuramente riuscito e che in prospettiva pone i Satyrian su basi sicure. L’originalità musicale di Eternitas stupisce positivamente l’ascoltatore; devono ovviamente stare attenti a non farsi trascinare da questa tendenza universalizzante, per non diventare dispersivi. Infine correggere certe linee vocali, non tanto quelle femminili, che sono molto ben assortite, ma quelle maschili, che però sono ben integrate in Feel The Rush.