- Agnete M. Kirkevaag - voce
- BP M. Kirkevaag - chitarra
- Mads Solås - batteria
- Odd Eivind Ebbesen - chitarra
- Tormod Langøien Moseng - basso
1. My Name Is Silence (03:07)
2. Evasions (05:14)
3. Plague on This Land (04:39)
4. Dystopia (01:16)
5. M for Malice (04:16)
6. The Flood to Come (04:56)
7. Changeling (04:25)
8. Cold Stone (06:01)
9. Hypnos (04:38)
10. Sedition (04:05)
11. Desiderata (06:07)
12. Hangman (06:03)
Desiderata
Una copertina dal sapore oscuro ed occulto introduce l’ascoltatore in Desiderata, lavoro del 2006 targato Madder Mortem: due colibrì volano uno verso l’altro, uniti però da un’unica catena che forma, nel retro dell’album, il simbolo della band norvegese.
Tutti questi elementi preannunciano un’opera diversa da ciò che era stato mostrato in passato nelle tre precedenti pubblicazioni.
Curatissima nella produzione, Desiderata rappresenta uno dei capitoli più significativi del Dark Metal dell’anno, correndo parallelamente ai massimi esponenti del genere, quali sono Katatonia (nell’approccio cupo di alcuni episodi) e After Forever (nelle sinfonie che si accostano alla voce femminile). I giochi vocali infatti indicano il primo punto di forza della formazione di Oslo, poiché la posata ed ormai matura voce di Agnete Kirkevaag riesce a coprire un’ottima gamma di toni con la sua determinazione unita a delicatezza. Se a questa poi si aggiungono le voci maschili che riemergono, seppur raramente, in growl a supportare la brava Agnete, il risultato dal punto di vista dell’impostazione lirica è assicurato.
Ciò che stupisce è anche l’architettura musicale costruita dalle chitarre, che mai nei Madder Mortem si erano presentate così Alternative e stilisticamente così vicine ai Katatonia di Viva Emptiness e di The Great Cold Distance. Contorte e vorticose, le chitarre dell’opener My Name Is Silence sono evidenziate nei loro riff dall’eccezionale struttura ritmica garantita dal caotico e pauroso basso, denso nelle sue linee e parecchio misterioso nella sua direzione.
L’atmosfera plasmata dai Madder Mortem si fa più distesa e meno agghiacciante nella seconda stupenda Evasions, elegantissima nel feeling alla After Forever, una vera e propria malinconica ballata gotica che saprà commuovere, facendo dimenticare ciò che si è appena ascoltato nel precedente episodio.
Plague on This Land assume dei tratti maligni ed inquietanti, non lontani dalle soluzioni compositive adottate dagli Opeth di Still Life, ma variati grazie all’inserimento di sezioni di tastiera, che, seppur non molto azzeccate, conferiscono grande impatto sonoro e maestosità al brano.
Dystopia è un intermezzo insapore, che sì spezza l’andamento dell’album prima di introdurre il pezzo più penetrante e competitivo, ma che non introduce nulla di così originale da destare l’attenzione in modo profondo.
Si giunge quindi a M for Malice, cioè la canzone che meglio raffigura Desiderata nella sua forma lugubre e demoniaca: dotata di una validissima alternanza di chiaroscuri, essa è totalmente inscrivibile alla sfera timbrica dei Katatonia "alternative" che tanto hanno stupito con le loro sperimentazioni meste ed angoscianti.
Nuovamente tornano le influenze acustiche degli After Forever nell’altrettanto bella ed evocativa The Flood to Come, che si può definire come un’altra delle perle realizzate dai Madder Mortem in questo Desiderata; non delude neanche Changelin e soprattutto la opethiana Cold Stone, che risente anche di un certo feeling Dark anni ’80.
Caotica e per questo affascinante è Flypnos, provvista di riff veramente originali e per nulla scontati, arcana ed enigmatica nella sua ambientazione. Non mancano parvenze "alternative" nella maligna Sedition che colorano di ritmo il disco, in contrapposizione con la title-track Desiderata che punta più verso la ricerca di una struttura spalmata e melodica per poi esplodere impetuosa nella seconda parte. E, per chiudere il full-lenght, ecco Hangman, episodio jazzato che mostra tutte le qualità compositive in possesso della band norvegese: presto il tutto si tramuta in Dark Metal pesante ed angosciante, facendo notare ancora l’ambivalenza stilistica dei Madder Mortem.
Desiderata è quindi un’opera che farà molto parlare di sé per come è stata concepita e per ciò che preannuncia nella carriera della formazione: fredde emozioni e brividi si susseguono in un walzer di morte e di dolore dal nome già oscuro e segreto.