- Uwe Nolte - voce, musica
- Frank Machau - testi, fotografie
1. Der Letze Ikaride
2. Auf Deine Augen Senk Ich
3. Die Seherin
4. Instrumental I
5. Amils Abendgebet
6. Erster Frost
7. Gesang Der Quellnymphe
8. Instrumental II
9. Sang Am Abend
10. Heimkehr
11. Sterbender Satyr
Sterbender Satyr
Gli Orplid di Uwe Nolte e Frank Machau elaborano nel 2006 il loro terzo full-length, Sterbender Satyr, un lavoro che, come i precedenti, ritrae un quadro di colori, lingua, musica, immagini, all’insegna di un raffinato e affascinante folklore tedesco. Le undici tracks, per una durata totale di pressoché un’ora, sono infatti un incredibile viaggio al di là di paesaggi e pensieri, che spaziano da atmosfere romantiche, quasi a richiamo del compatriota Goethe, a situazioni sonore più enigmatiche ed estranianti.
Il sound si basa perciò su una fondamentale fusione della tradizionale matrice acustica, ben rappresentata da Auf Deine Augen Senk Ich, con un importante contributo elettronico, che rende in più evanescente l’insieme sonoro, specialmente in Instrumental I. Risulta poi sicuramente ben inserita, a tratti anche geniale, la linea melodica di stampo orientaleggiante, come in Amils Abendgebet, che riempie di mistero e assuefazione. La produzione è quindi notevolmente improntata dall’effetto etereo, che viene dolcemente infranto da intrecci di chitarre. Il vocal è profondo e sfumato; riesce, senza cali di performance nei brani, a penetrare in modo elegante nel sound e nella mente dell’ascoltatore.
E’ una musica che, come ha affermato più volte lo stesso Machau, si sposta sempre di più verso l’astratto, raggiunto grazie a una maggiore complessità sonora. Le liriche non seguono in questo contesto una direzione unica o precisa. Proprio come i numerosi effetti, spaziano attraverso immagini e luoghi. Motivo d’orgoglio dal punto di vista lirico è poi la terza track, Die Seherin, che riesce con successo a portare in musica la poesia di Oda Schaefer. L’abilità del duo teutonico consiste proprio nel conciliare vari elementi sonori, che assicurano di conseguenza una corrispondente varietà di sensazioni, pensieri ed emozioni.
E’ un album ricco di spunti, sempre interessanti, che dimostrano la portata della band. Il tenore musicale si mantiene costantemente alto per tutte le tracks e affascina l’ascoltatore in tutte le sue soluzioni, da quelle più complesse a quelle più semplici, strettamente acustiche. La prima parte del disco è forse più ricca e intensa, però ogni brano possiede le sue peculiarità che gli garantiscono una buona autonomia d’ascolto. La qualità di registrazione è poi ottima. Si può dire quindi che Sterbender Satyr sia davvero un lavoro riuscito, fortemente consigliato agli amanti di sound evocativi.