Chelsea Wolfe (voce, chitarra)
Ben Chisholm (synth, basso)
Dylan Fujioka (batteria)
Ezra Buchla (viola)
Mike Sullivan (chitarra)
D.H. Phillips (chitarra)
1. "Carrion Flowers"
2. "Iron Moon"
3. "Dragged Out"
4. "Maw"
5. "Grey Days"
6. "After the Fall"
7. "Crazy Love"
8. "Simple Death"
9. "Survive"
10. "Color of Blood"
11. "The Abyss"
Abyss
Abyss segna un punto di non ritorno per Chelsea Wolfe.
L'artista di Sacramento dal gloomy mood, in questo disco raccoglie tutte le sue fascinazioni estetiche e le condensa in un simbolismo all'ennesima potenza che ci sprofonda in un incubo swansiano ad altissima densità.
La produzione di John Congleton e l'esperienza live con i Russian Circles - il cui chitarrista Mike Sullivan qui è della partita - influiscono profondamente sul suono che ora va oltre quel masochismo suadente, sublimato, romanticamente contemplato e perché no, subdolamente pop che ha fatto grande un lavoro come il precedente Pain Is Beauty; allo stesso modo le dolenti derive folk di Unknown Rooms sono ormai solo un lontano ricordo.
Perduti dunque quei tratti un pò naïf che talvolta caratterizzano certe espressioni del gotico americano – e questo un pò dispiace - , la dark lady presenta oggi un album degno di un trattato di psicoanalisi, centrato sul difficile rapporto tra la veglia e la fase onirica, nel momento in cui esse si confondono e quando i fantasmi che ne affiorano appartengono tanto alla realtà quanto all'inconscio.
Litanie che si srotolano lente su disturbanti tappeti industrial-electronici, ossessive, ipnotiche, scandite da pesantissimo doom e dal ferale rintocco di campane; striscianti e asfissianti tricks di coiliana memoria che si sgretolano sotto il peso di chitarre che accendono fuochi fatui di rarefatto post-core: questo è ciò che offre il platter.
La dark music credeva di aver trovato la sua PJ Harvey o la sua Cat Power ma Chelsea Wolfe si è incamminata verso un lontano empireo oscuro nel quale – a parte Nico e Diamanda Galas - e con il dovuto rispetto – non ci sono molte presenze femminili.
La strada è molto lunga, il sentiero imboccato potrebbe essere quello giusto ma la bambolina infernale un pò ci mancherà.