
Stefano Castagna - Tavola di Flos, Monotron, Memory Pipe, Effects
Luca Formentini - Tavola di Flos, Guitar, Real Time Sound-Processing
Stefano Moretti – Electronic Production
Additional Musician:
Laurie Amat – Vocals on “Finger in the Water”
Marta Camisani – Acoustic piano on “On my Toys”, “The End of the Eyes”
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 Gullwing 06:49  | 
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 On my Toys 04:33  | 
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 Finger in the Water 06:20  | 
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 Try Doing 06:24  | 
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 Walking Behind Someone in a Dream 04:05  | 
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 The End of the Eyes 03:46  | 
The Eyes
Il progetto SenderFlos vede come attori i Flos - duo composto dal sound engineer Stefano Castagna e dal guitar user Luca Formentini – e Sender, al secolo Stefano Moretti, producer e musicista.
 Le carte gettate in tavola sono invece l'elettronica, la sperimentazione elettroacustica ma soprattutto l'improvvisazione, motore che avvia la macchina della più pura esplorazione e che permette scoperte e rivelazioni.
Il volto umano di un'opera quale The Eyes rispetto ad altri lavori di genere è proprio dato dall'elemento impro che a sentire gli stessi autori può anche generare errori che - se accettati – ne costituiscono la sua unicità.
 Se trattare materia ignota e percorrere sentieri indefinibili a priori genera sovente produzioni sfilacciate e liquide, The Eyes presenta un programma vitale ed emozionale, fatto di musica organica e materica.
 Del resto i nostri già hanno evidenziato in esperienze precedenti un'attenzione all'essenza del suono attraverso contesti vicini al field recording o comunque volti alla valorizzazione di suoni acustici naturali, senza però mai trascurare il digital processing o le pratiche del looping, fasi fondamentali e in cui Sender, diviso tra varie label sia in Italia che Berlino, e quindi più addentro alla scena elettronica underground, ha dato il suo importante contributo.
Si respira mistero e oscurità pur restando lontani dalla fascinazione per l'ambient isolazionista nordeuropea; quasi psicomagici i passaggi quali Finger In The Water, con Laurie Amat alle vocals.
 Ma c'è anche la meccanicità piegata alle più spontanee istanze glitch-ambientali in zona Fennesz in Try Doing e l'onirico incedere rituale di Walking Behind Someone In A Dream.
Lavoro ostico solo ad un primo ascolto, fintanto che - con la giusta attenzione - non ci si immerge nel flusso.
 
