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Adam Granduciel - vocals, guitars, harmonica, keyboards, samplers
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Dave Hartley - bass guitar
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Robbie Bennett - keyboards, piano
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Charlie Hall - drums, percussion
Under The Pressure |
Red Eyes |
Suffering |
An Ocean In Between The Waves |
Disappearing |
Eyes To The Wind |
The Haunting Idle |
Burning |
Lost In The Dream |
In Reverse |
Lost in the Dream
Quest'anno non abbiamo un nuovo Kurt Vile da portare ai primi posti delle nostre top ma poco male, ci penserà sicuramente 'l'altra metà del cielo', Adam Granduciel.
Gioco di parole idiota a parte, sembra davvero che i due ex-sodali sopperiscano reciprocamente alle loro vicendevoli mancanze annuali con nostra somma gioia.
E proprio come i dischi di Kurt Vile, anche Lost In The Dream fa fatica a collocarsi in un tempo ben preciso e ci fa girare in tondo, lasciandoci sospesi a mezz'aria mentre le sue melodie trovano un equilibrio tra esili synth wave e piccoli trucchi psichedelici leggeri leggeri.
Soffice ed etereo, Lost In The Dream è supportato da un cantato che sarebbe stato bene tanto agli ottanta quanto ai novanta alternativi. E nel giro sono inclusi anche momenti di romanticismo ipnotico in cui The War On Drugs ci portano a rimirare i luccichii delle maree.
Poi c'è l'altra anima dell'album, quella che innesca una carica blue-collar rock, un'energia immensa e potente che non ha bisogno di urla o di volumi grossi, di accendini e di stadi. Come danzare da soli nel buio di una stanza e sentirsi pienamente illuminati.
Un promemoria, se si vuole, di appuntamenti mancati o forse solo rimandati con tutti quegli artisti americani di area urban-folk con cui non abbiamo mai avuto il piacere o la fortuna o la voglia o il tempo di imbatterci.
E come in uno strano gioco di specchi deformanti, li ritroviamo tutti qui dentro, in un disco in cui anche nella più semplice delle ballad che potrebbe rimandare a certe cose dei migliori Girls, pur di assecondare la voglia di non cercare riferimenti ed escludere ogni sospetto di compiacenza, si preferisce utilizzare suoni più impegnativi ed asprigni pur lasciando sempre quel tappeto onirico sotto i piedi.
Burning, In Reverse, Under The Pressure, Red Eyes, An Ocean In Between The Waves, The Haunting Idle .. sono solo alcune delle tracce che avrebbero potuto benissimo chiamarsi magia n.1, magia n.2..ecc.
L'assoluta liquidità di quest'album se da un lato gli impedisce di contenere una vera hit in grado di raggiungere vette più alte in termini di riconoscimenti, dall'altro è la caratteristica che lo rende alle nostre orecchie uno dei capolavori di questo 2014, che ci permette di ascoltarlo più e più volte, anche a dispetto della lunghezza dei singoli brani, mai eccessiva ma neanche così breve come i nostri tempi - appunto liquidi - richiedono.