Gabriele Lugaro: voce, chitarra
Andrea Nocco: chitarra, cori
Manuel Rosso: violino, effetti
Andrea Avalli: basso, cori
Lorenzo Colonna: batteria
Guest:
Roberto Ceruti: voce in "Il mio Solo Spazio Possibile"
Emanuele Cioncoloni: utopia synth & pedal in "La Falena"
1. Oltre Il Rumore
2. Il Mio Solo Spazio Possibile
3. All'Orizzonte
4. 06:33
5. La Difficoltà Del Volo
6. Istanbul
7. Cera
8. La Falena
Fondamenta, Strutture, Argini
Formatisi nel 2010 a Savona, Gli Altri debuttano con un e.p. nel 2011 che li porterà a condividere il palco con importanti acts nazionali per arrivare lo scorso anno a registrare questo primo album uscito da qualche mese.
Ma Fondamenta, Strutture e Argini è post-rock? Si! E’ post-hardcore? Si! E’ noise? Si! Generi ampiamente codificati, ampiamente abusati ma che in questa strana estate musicale italiana – come già per i Marnero ma diversamente da loro – ci stanno benissimo perché come per i Marnero non suonano vecchi, stanchi o superati.
Mi piacerebbe davvero una rinascita di formazioni sanguigne in Italia, pur senza illudermi, senza paventare una nuova stagione come quella hardcore italiana che fu; la presenza di bands nostrane che non scimmiottano necessariamente i ‘soliti nomi’ restituisce insomma una bella sensazione.
Gli Altri hanno anche una componente molto ragionata ed in qualche misura riflessiva (abbiamo già detto degli elementi post-rock).
Ciò che mi piace è la produzione pulita (sarà anche una mia ossessione ma in questi ambiti in cui storicamente la voce deve essere parecchi gradini al di sotto del resto della strumentazione, sentirla per me è un vero piacere). Non mi riferisco al sol ‘comprendere bene le parole’ (una volta tanto che sono in italiano poi ..) cioè alla qualità delle liriche che non ritengo particolarmente degne di nota (purtroppo l’oscillare tra il didascalico e l’ermetico riuscito male qui da noi continua ad affliggere troppe formazioni) ma proprio alla voce come presenza, quanto mai necessaria nell’impatto generale in questi ambiti sonori. Tornando brevemente ai contenuti, non che Gli Altri siano i peggiori, soltanto che preferisco più i versi di All’Orizzonte o di Cera, più descrittive di sensazioni rispetto alle altre. Ma è davvero cercare un pelo nell’uovo che lascia il tempo che trova: ripeto – già è bello sentirla questa voce.
Oltre Il Rumore comincia molto carica e prorompente e si sviluppa in un noise serrato ma fluido. Grande adrenalinica prova d’impatto. Segue Il Mio Solo Spazio Possibile che ricorda qualcosa dei Fine Before You Came; anche qui - dopo un inizio quasi maliconico si sprigiona una grande energia forse solo un po’ impercettibilmente allentata dalla parte recitata in cui si sente quasi solo la voce.
Al contrario All’Orizzonte, in cui le parti più riflessive potenziano e rafforzano il brano pervaso da una sana rabbia che è memore anche di nomi più famosi dell’alternative - che alternative non è più - rock italiano.
Ed arriva 06.33 e sembra che il tempo si sia fermato agli inizi dei duemila, quando formazioni come Mogwai e Red Sparowes – ma anche tante altre italiane e non meno meritevoli – ci lasciarono sognare per un po’. Anche qui Gli Altri si dimostrano veramente padroni della materia. E come ci sta bene La Difficoltà Del Volo subito dopo con la sua coda spiraliforme.
Ritorna una strumentale, Istanbul, altra prova post-rock la cui classicità quasi scolastica non toglie nulla alla tensione che riesce a generare.
Cera potete anche provare ad immaginarla come un brano dei Piano Magic che ad un certo punto impazziscono, mentre ne Gli Altri questi stati emotivi contrapposti sono meravigliosamente naturali.
Si conclude con La Falena, che non necessita di descrizione nella parte musicale/strumentale poiché ormai a fine articolo si è capito Gli Altri cosa suonano, mentre un velo cala sulla parte vocale in cui un ‘modello’ fin troppo riconoscibile si affaccia prepotentemente (e anche qui Gli Altri non saranno né i primi né gli ultimi ad ereditare questo fardello). Di certo – almeno loro - non ne hanno bisogno poiché son fin troppo maturi e nessuna delle note critiche in questo disco è così grave da sminuirne il grande valore.
Ottimo disco e band in stato di grazia.