Dal Mississippi al Po
Tra le pagine più affascinanti della Recherche, Marcel Proust ci ha raccontato come i nomi dei luoghi abbiano un potere immenso sulla nostra mente, rivelandosi capaci di farla viaggiare anche senza essere mai usciti fisicamente dal proprio quartiere. La fantasia corre veloce quando i nostri occhi leggono su una mappa geografica Mississippi, Texas o Norvegia, parole che vanno ben oltre la mera concatenazione di sillabe: portano con sé evocazioni di immagini e significati profondi, ritmi e silenzi, universi pronti a sbocciare.
La sera del 28 giugno a Piacenza, nell’ambito del Festival musicale e letterario "Dal Mississippi al Po", si potevano respirare proprio le atmosfere di questi luoghi, che pure a primo impatto regalano sensazioni lontane e addirittura opposte. A tenere insieme Scandinavia e Sud degli Stati Uniti è stata anzitutto la letteratura: primo a salire sul palco il norvegese Thomas Enger, autore di thriller a forte impatto psicologico. Le pulsioni emotive dei suoi personaggi sono ben più roventi di quanto ci si aspetterebbe dalla fredda terra del nord. Il suo acclamato romanzo d’esordio Morte Apparente è il primo di sei thriller improntati sull’ossessione del giornalista Henning Juul di scoprire la verità sulla morte del proprio figlio, ed è uscito in Italia nel 2011 per i tipi di Iperborea.
Una breve apparizione sul palco anche per Joe R. Lansdale, celebre autore texano - ha all’attivo più di trenta romanzi - molto apprezzato dal nostro pubblico. Presente per l’intera durata del festival, questa volta si è limitato a introdurre con una battuta la prima artista della serata: “Sembro un po’ di parte dato che è mia figlia ma, quando la si sente, beh... Sa cantare davvero”.
È infatti il turno della musica: esplode la cadenza magica del country e del blues, questa sera tutto al femminile. La voce suadente ed energica di Kasey Lansdale ha spaziato, accompagnata dai nostrani Rab4, tra proprie promettenti composizioni e raffinate citazioni. Da Leonard Cohen e la sua Hallelujah filtrata da Jeff Buckley alla compianta Janis Joplin, anch’ella originaria del Texas. L’aria si è fatta di fuoco, tra chitarre vigorose e ritmi pieni, ma è proprio in quei momenti che il timbro di Kasey sa anche donare inaspettati attimi di delicata sensibilità.
Il suo nuovo album, Restless, uscirà questo 20 agosto, prodotto da John Carter Cash (figlio di Johnny Cash e June Carter).
È ormai notte piena e c’è ancora un’ultima sorpresa legata ai luoghi: sempre dalla Norvegia fioriscono, infatti, le voci e le chitarre di Rita Engdalgen (vincitrice nel 2006 del Grammy Award norvegese) e Margit Bakken, con il loro blues ipnotico e vibrante. Sembra che nessun oceano le abbia fatte nascere distanti da quel Mississippi che è il nucleo della musica del diavolo. Bastava sentirle cantare Trouble in Mind per annullare in pochi istanti chilometri e secoli di tradizioni divergenti, per scovare un tocco personale capace di attingere dai colori di entrambe.
E ancora una volta ci si ritrova a battere il piede e a sentire qualcosa dentro che vibra, e la prima parola che viene in mente è lei: l’anima.