Mimmo D'Ippolito: Keyboards, Programming
- Letters and Pages
- Second War
- Parallelives
- Memories Gone
- Dragon’s Gate
- FutureCity
- Farewell To Childhood
- Monumental Sign
- Glacial Wind
- TrainBridge
Arcanum Secret
Riconosco nei fruitori di musica cosiddetta ‘alternative’ – io in primis - un grave errore di valutazione nei confronti della background music, ovvero tutto quel ricco materiale generalmente contrassegnato dal tag ‘soundtrack’.
Spesso considerata tappezzeria sonora di serie B e relegata negli scaffali dedicati agli ascoltatori di musica classica, fusion o new age in certi casi, di stramberie kitch o sperimentazione in altri, la soundtrack music riserva gioielli nascosti che farebbero gola ad ampie fasce di ascoltatori; soprattutto quando è assemblata – brutto termine e me ne scuso – alla maniera di Mimmo D’Ippolito, ergo colui che si cela dietro il monicker Eternalkeys.
Classe 1982, il tastierista, compositore e arrangiatore brindisino è molto conosciuto non solo nell’ambito audiovisivo ma anche nei circuiti delle webradio più coraggiose che propongono intriganti playlist di musica non convenzionale. Scelta vincente quella di includere in tali selezioni brani di Arcanum Secret, album la cui etereogeneità potrebbe essere considerata un limite da qualche critico; problema tutto suo, poiché al contrario il disegnare scenari così diversi rende appetibile il platter ed evita quella noia che spesso potrebbe tendere agguati in dischi di musica strumentale ‘image oriented’.
Il metodo di Mimmo D’Ippolito è infatti tipico di chi ‘lavora per immagini’, è il suo regno d’elezione ed all’interno di esso egli trova la sua massima libertà. Libertà che consiste nel permettersi di cambiare stili senza porsi troppi problemi nei confronti di chi poi giudicherà il suo lavoro e questo lo premia poiché c’è anche una grande umiltà di fondo nel modo artistico in cui si pone.
In tracce come Dragon’s Gate o Monumental Sign si possono ritrovare le albe dorate degli Ataraxia e dei Dead Can Dance, ovvero la magnificenza del gotico senza la claustrofobia superata del goth; in Parallelives l’idea del mistero è rappresentata da un’idea di synth molto vintage, quasi kraut che non disdegna però una granella di glitches a rendere il tutto luminoso; c’è poi il medioevo fantasy di Second Was con le sue importanti aperture operistiche che potrebbe stuzzicare le anime più nere fedeli al verbo di Blood Axis e Der Blutharsch.
Ed ancora un ibrido - tra glitch e new age questa volta - in Trainbridge ed antiche memorie rievocate in Farewell To Childhood; una sorta di Kraftwerk incattiviti da pulsioni idm invece in Future City che in Glacial Wind diventano addirittura proto-techno.
Come faccia poi Mimmo D’Ippolito con questi presupposti ad evitare ogni insidia ambient o minimalista resta un mistero.