Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Etichetta: 
Agua Recordings/PIAS
Anno: 
2012
Line-Up: 

Anneke Van Giersbergen - vocals, piano, guitar
Daniel Cardoso - keyboards, guitars, bass

Rob Snijders - drums
Dennis Leeflang - drums on track 5, 9, 11
Rudolf "Ruud" Adrianus Jolie - guitars on track 1, 2, 4, 7, 12
Ferry Duijsens - guitars on track 9
Joost Van Haaren - bass on track 2
René Merkelbach - keyboards on track 9, grand piano on track 6
Camilla Van Der Kooij - violins on track 6

Tracklist: 

1. Feel Alive
2. You Want To Be Free
3. Everything Is Changing
4. Take Me Home
5. I Wake Up
6. Circles
7. My Boy
8. Stay
9. Hope, Pray, Dance, Play
10. Slow Me Down
11. Too Late
12. 1000 Miles Away From You

Anneke van Giersbergen

Everything Is Changing

Dopo l'uscita di In Your Room (che se non fosse per l'eccellente voce della cantante risulterebbe uno dei dischi pop-rock più scialbi degli ultimi anni) e alcune collaborazioni con nomi blasonati (come Danny Cavanagh degli Anathema, Devin Townsend o gli Ayreon) ritorna nel 2012 l'ormai frizzante Anneke van Giersbergen.

L'ultimo suo album si intitola, nomen omen, Everything Is Changing, a imporre con forza il fatto che la vita, musicale e non, della cantante olandese è ormai drasticamente diversa rispetto al passato.
E che tutto sia cambiato rispetto al passato (anche prossimo!) della cantante è evidente fin dalla copertina. Oltre alla presenza del solo nome della cantante, senza il monicker Agua de Annique ad accompagnarla, c'è da chiedersi: davvero quella stessa donna, che un tempo provò disagio per il tentativo dell'etichetta Century Records di promuoverla come ragazza-immagine, ora scende in primo piano giocando sul contrasto fra i nuovi eleganti boccioli d'oro e i vecchi tatuaggi sul braccio?
Ancor più emblematico il video del singolo d'apertura I Feel Alive, tutto un primo piano del suo mezzo busto (scoperto dal cuore in su, è un trucco visivo dei video musicali per dare l'illusione della nudità e fascinare senza scadere in facile erotismo gratuito), con gli occhioni azzurri penetranti, il rossetto brillantissimo, la gamma espressiva imbarazzata ma entusiasta che suscita una tenerezza un po' furbetta...

Non c'è dubbio che Anneke si trovi a suo agio e spigliata come non mai, ciò si riflette nella vena solare e aperta delle sue ultime pubblicazioni. Ma se in precedenza aveva peccato d'ingenuità, ottenendo risultati privi di vèrve, per questo disco riscopriamo una cantante molto ispirata nelle melodie ed estramemente spontanea, che riesce a non rinunciare all'attitudine radiofonica e a tradurla in un'opera dal forte impatto melodico. In realtà, il disco è stato scritto in collaborazione con il produttore Daniel Cardoso; e questo ci lascia ancora qualche dubbio sulle doti compositive da solista di Anneke.
Il risultato rimane comunque un estroverso insieme di canzoni molto orecchiabili e d'impatto, che possiamo a grandi linee suddividere in due parti: la prima, più "hard pop", composta principalmente da anthem frizzanti e gioiosi, la seconda che si orienta invece verso certo goth un po' commerciale. Nel mezzo troviamo alcune digressioni più soft, ballate di pianoforte e momenti più distorti che confondono ancora un po' le idee per il contrasto che generano. Ed è significativo notare come le chitarre elettriche siano abbondantemente presenti con le loro distorsioni, seppure con poca attitudine riffocentrica, piuttosto accompagnando le riuscite melodie vocali di Anneke.

Se la già citata I Feel Alive è un singolone che sprigiona felicità da tutti i pori, in aperta opposizione a canzoni come These Good People che la stessa Anneke cantava una decina di anni fa (ma anche solo a Beautiful One, con cui ha ufficiosamente esordito come solista), la successiva You Want to Be Free entusiasma con schitarrate ottantiane a stelle e striscie ed uno dei ritornelli più efficaci mai cantati dall'olandese; questa enfasi antemica prosegue con Take Me Home, che però suona più anni '90 e cita l'Inghilterra anche nell'effettistica. In mezzo però c'è la parentesi della titletrack, che imita i Massive Attack del periodo di 100th Window in una versione più "mild", e subito dopo abbiamo I Wake Up che sembra coniugare il big beat britannico con i chitarroni di certo metal melodico nord europeo. L'energia viene interrotta con Circles, una classica ballata di pianoforte malinconica ed abbastanza dozzinale, ma viene ripresa da My Boy (sic), con brucianti chords chitarristici a sostenere l'intenso impatto vocale della Van Giersbergen, veramente trascinante ed entusiasmante.
La sensazione è che si tratti tutti di brani facilmente assimilabili e perfetti per l'esecuzione live, dove promettono cori partecipati da parte del pubblico.
La parte finale dell'album si fa più metallica e vagamente "gotica", però nel settore di certi gruppi più mainstream come gli Evanescence: Stay, Hope Pray Dance Play, Slow Me Down e Too Late sono tutti brani corposi ma molto melodici, che però abusano troppo dei cliché del genere, risultando prevedibili e davvero stereotipati, più che nel resto dell'album; la stessa Van Giersbergen risulta poco credibile in questa sua evoluzione.
La conclusiva 10000 Miles Away from Home segue le stesse atmosfere dei brani immediatamente precedenti ma mettendo un po' da parte le chitarre per concentrarsi sulle atmosfere, sempre con poca originalità.

Everything Is Changing è un album scorrevolissmo che si lascia ascoltare tutto d'un fiato, ma superato l'entusiasmo per la grinta e l'energia dimostrate da Anneke, si rivela minato da una mancanza di personalità non indifferente.
Ma anche se non rimarrà certo negli annali, di certo si canticchierà ancora a lungo dal lettore portatile o in macchina...

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