Blasphemer:
- Paolo -Voce
- Simone - Chitarra
- Marco - Chitarra
- Alex - Batteria
- Riccardo Riva - Session bassist
Eskaton:
- Pala - Chitarra
- Fishdick - Basso
- Surovy - Batteria
- M666 - Voce
Modus Delicti:
- Claude "The Ripper" DeRosa - Voce e basso
- Andy Soresina - Chitarra
- Alex Capuzzi - Batteria
1. Nihilist Preachers Of Death
2. Dining Upon The Unburied
3. 38-gauge Absolution
4. Genocide
5. 3 Seconds To Extinction
6. Crucified By Oblivion
7. Entomologia Forense
8. The Appeareance Of Others Existances
9. Emotional Cooling-Off
Split
Per la prima volta su RockLine.it abbiamo il piacere di recensire un disco in un formato particolarmente sfruttato nell'ambiente under-ground Brutal e Grind. Infatti in questo caso si tratta di un 3 Way Split, ovvero di un album composto da canzoni inedite di tre differenti gruppi. La storia dello split affonda le sue radici negli anni ottanta e per tutti i '90, quando al posto del cd veniva proposto su vinile, quindi con il lato A dedicato ad una band e il lato B ad un'altra. Ora le capacità del digitale permettono di portare il numero dei gruppi a più di due e quindi ecco che la Frost Foundation ne ha approfittato per unire sotto un unico tetto Blasphemer, Eskaton e Modus Delicti.
I primi sono una band attiva ormai da qualche anno nell'underground milanese e lombardo in generale, dedita ad un Brutal gutturale e potente che prende ispirazione dal tipico suond newyorkese (Dying Fetus e Devourment tanto per fare due nomi). I secondi invece arrivano da quel paese dell'oro per il Death che si chiama Polonia. Come è ovvio immaginare il sound è tipicamente caotico ed europeo. Infine, gli ultimi arrivano anche loro dall'italia e sono il gruppo nato dalle ceneri dei No-body, scioltisi per questioni extra-musicali. Il genere proposto è un brutal molto veloce e caotico, con un elevato tasso tecnico.
La prima band proposta sono i Blasphemer, alle prese con tre nuovi pezzi (Nihilist Preachers Of Death, Dining Upon The Unburied, 38-gauge Absolution) che andranno a formare il corpus del loro primo full-length previsto per autunno 2006. Le canzoni rientrano perfettamente nello stile tipico dell'east coast statunitense, quindi con cantato ultra gutturale (e qui la prova di Paolo è ottima), velocità sempre elevatissima, con qualche parte più rallentata e pesante, e in un senso generale di soffocamento e claustrofobia che soddisfano appieno i palati più "raffinati" dei fan. La produzione è veramente buona e permette di comprendere appieno tutti gli strumenti, dimostrandosi non troppo impastata ed incomprensibile.
A seguire troviamo i polacchi Eskaton. Il gruppo proviene dall'under-ground e il suo nome non è ancora giunto in Italia, ma comunque si dimostrano una band molto valida sempre a cavallo tra brutal estremo e pseudo-melodia tipicamente europea. Possono quindi essere accostati senza troppi problemi agli Avulsed ed in qualche maniera anche ai connazionali Behemoth. Quello che caratterizza gli Eskaton è sicuramente l'impatto devastante: pura e folle velocità, potenza spaventosa e voce cavernosa. Anche per loro tre i pezzi proposti (Genocide, 3 Seconds To Extinction, Crucified By Oblivion), in cui si mischiano varie componenti estreme, tra cui anche una punta di Black e richiami melodici all'ultimo periodo dei Death. Buona produzione, a volte un pò troppo confusa, ma sempre di un livello accettabile.
L'ultima parte dello split è lasciata ai Modus Delicti: in questo caso però ci troviamo di fronte a tre canzoni prese dal vivo e più precisamente dal "Chapter Of Violence fest" di Rozzano (MI). Tralasciando quindi la registrazione (che rimane comunque buona), il commento sui singoli pezzi (Entomologia Forense, The Appeareance Of Others Existances, Emotional Cooling-Off) non può che essere positivo. La band capitanata dal bassista-cantante Claude "The Ripper", ci presenta un brutal veloce e potente, condito da un pò di pazzia e sano grind. Ottimo il lavoro di Claude alla voce a al basso.
In conclusione ci troviamo di fronte all'ennesima conferma dello stato di salute della scena under-ground italiana ed in parte europea, scena che contiuna sfornare band di altissimo livello, sia da un punto di vista tecnico che da quello compositivo e creativo. Quindi un plauso va alla Frost Foundation per il coraggio di dare vita a questo progetto e un grosso, grossissimo rammarico per il fatto di vedere l'Italia ancora così tanto esclusa dal palcoscenico internazionale. Riuscirà mai il nostro Paese a raggiungere il livello della Polonia?