Bob Mould – Chitarra, Voce
Jason Narducy - Basso
John Wurster – Batteria
01 – Star Machine
02 – Silver Age
03 – The Descent
04 – Briefest Moment
05 – Steam Of Hercules
06 – Fugue State
07 – Round The City Square
08 – Angels Rearrange
09 – Keep Believing
10 – First Time Joy
Silver Age
Metti su Silver Age e di colpo ti ritrovi nel 1992, l’anno magico di Copper Blue degli Sugar, la band post Hüsker Dü che Bob Mould mise in piedi quando si rese conto che la sua carriera solista non era sufficiente ad esprimere certi stati d’animo che solo un power trio poteva tirare fuori. E lui di power trio qualcosa ne sapeva e su questo possiamo essere tutti d’accordo.
Se amiamo tanto Bob Mould ancora oggi è proprio grazie alla sua dignitosa carriera post Hüsker Dü fatta di dischi nei quali ha manifestato tutta la sua fragilità, la sua vicenda interiore e la sua sensibilità artistica. E la sua voce. Quella voce!
Il passaggio Sugar forse non era necessario per chi veniva fuori dagli ascolti di ‘quegli anni importanti’, ma lo fu per Mould; i suoi dischi solisti riverberavano ancora troppa amarezza e gli Sugar erano la macchina perfetta per sparare in faccia al mondo tutta l’energia ancora compressa, intrappolata in fondo ad un discorso irrisolto. Oddio, non che l’album fosse tutto ottimismo e positività (e come poteva esserlo, c’erano anche canzoni come The Slim che parlavano di AIDS e perdita in generale) ma chi può negare quella sensazione di grande liberazione e di potenza che si provava all’ascolto di Copper Blue?
Dopo pochissimo altro con quella formazione, Mould ritornò ai suoi dischi solisti, lavori che han sempre avuto quella capacità di non farci mai mancare gli Hüsker, semmai di farceli ricordare con calda malinconia e più di un groppo alla gola ma tutto sommato contenti per essere ancora qui, sopravvissuti, noi e lui.
E quale miglior modo per festeggiare i venti anni di Copper Blue se non con un nuovo album che - come quello - è tutto un’ esplosione di alternative rock (come lo chiamavamo ieri) ruvido ma ormai più che assimilabile dall’universo mainstream (e la devozione dei Foo Fighters lo testimonia), di melodie ineffabili, di memorie remote ma di nuovo vivide?
Star Machine, Steam Of Hercules, Fugue State e Angels Rearrange sono solo quelle da cercare subito su Youtube per verificare quanto dico, tutto il resto è elettricità pura (niente acustica, niente elettronica se non si fosse ancora capito!). Poi chiudere gli occhi e ciondolare ritmicamente la testa sarà inevitabile come è sempre stato: i muri di chitarre, distorti e melodici, son ritornati a circondare le nostre stanze, almeno per un po’.