Alessio Sanniti - chitarra
Vincenzo Sanniti - basso
Massimiliano Bergo - batteria
Francesca Luce - vocals (e.p.)
LP:
Life
Man
Woman
Animalspact
Transformation
EP:
Life
Transformation
LP-EP (2003)
E’ solo dal 2007 che il trio dark-doom strumentale dei Misantropus da Latina ha deciso di pubblicare i propri lavori su cd poiché il primo omonimo album del 2000 e l’e.p. del 2003 all’epoca uscirono solo su vinile.
L’edizione di cui ora parliamo presenta anche il secondo album, finora inedito, da affiancare all’e.p. dello stesso anno e per questo bisogna ringraziare la piccola e coraggiosa etichetta Doomymood oltre che gli stessi fratelli Sanniti che da anni, imperterriti ed imperturbabili continuano a perseguire i propri valori ancor prima della loro musica.
Scesi relativamente a patti con la modernità per quanto riguarda formato e distribuzione, non si può dire altrettanto della loro musica che resta fedele al verbo del doom più incontaminato, oseremmo dire ‘vintage’ nell’accezione più positiva del termine. Del resto i riferimenti di genere dei Misantropus si conoscono, Death SS e Paul Chain, The Black e Requiem, forse Black Hole, insomma doom-metal italico affascinato dal dark.
Finora i nostri non si son lasciati irretire dalle malìe del doom che negli anni ha copulato incestuosamente con lo stoner, con il drone, con lo sludge o con il death; l’unica sirena che li ha catturati è stata Francesca Luce dei Marbre Noir, vecchia formazione dark wave capitolina le cui phonetic vocals sono state utilizzate con grande gusto in questo e.p. (e molti anni prima di quanto fatto da Ufomammut con Rose Kemp in Idolum).
E’ la nuova dimensione estetica la grande novità dei Misantropus e con i fratelli Sanniti estetico ed etico non si contrappongono mai, semmai si confondono.
Il verde imperante sulla cover vuole andare a sostituire un immaginario nero, ossianico e a tutti i costi cimiteriale e sottende ad una sorta di rinascita ed evoluzione che contempli una sensibilità verso tematiche ecologiste, di rispetto per la natura e per gli individui ed una riflessione sulla spiritualità, un auspicio che essa ritorni ad essere molto più ampia e presente nelle nostre vite.
Di guide e maestri spirituali i Misantropus ne hanno indicato diversi (per approfondimenti consigliamo la lettura della recensione dell’album solista di Alessio Sanniti su queste pagine), vedremo se in futuro anche la loro musica risentirà di queste ispirazioni e risulterà più varia o resterà in linea con il dogma sabbathiano.
Del resto la musica dei Saint Vitus resta sempre una delle più spirituali nei sottomondi del rock, magari domani i nostri li chiameremo Filantropus e la loro musica green doom metal.