- Massimo Lodini - voce
- Giacomo Ciccarelli - chitarra
- Luca Giberti - chitarra
- Francesco Fabbri - basso
- Paolo Pirola - batteria
1. Over The Desert (03:56)
2. Dishonesty (04:14)
3. Blackout (04:33)
Taste The Return
Hocculta, un nome che solo pochi nostalgici ricordano ancora. Era infatti il 1983 quando, dalla mente del singer Massimo Lodini, nasceva questo complesso tutto italiano. La prima formazione comprendeva anche Luca Trabanelli e Marco Bona alla chitarra, Tony Chiarito al basso e Floriano Buratti alla batteria. Nel 1984, dopo l’incisione di due demo, gli Hocculta pubblicarono il loro disco d’esordio Warning Games. Passarono ben cinque anni e fu la volta del secondo album, intitolato Back In The Dark, che vedeva stavolta alla chitarra la presenza di Roberto Broggi. Poi il silenzio. Solamente oggi, nel 2006, il gruppo torna a far parlare di sé con il singolo Taste The Return.
Massimo è l’unico membro rimasto dalla prima, storica, line up, ma ad accompagnarlo ci sono in ogni caso buoni musicisti degni di massimo rispetto. Apre il mini una traccia compatta e diretta: Over The Desert. Il riffing iniziale ricorda in maniera inconfondibile gli anni ottanta ed infatti le canzoni presenti sul nuovo lavoro, ad esclusione chiaramente della cover, appartengono al periodo che va dal 1985 al 1986, ma che per l’occasione sono state riarrangiate dalla nuova formazione. L’opener, così come la seguente Dishonesty, può apparire abbastanza scontata al primo impatto, tuttavia più la si ascolta più ci si convince del contrario. Infatti, pur non essendo comunque nulla di sconvolgente, le due song presentano passaggi piacevoli e convincenti, come i refrain, resi ancor più trascinanti dai cori. Merita poi particolare attenzione la frazione conclusiva di Dishonesty, contraddistinta da una chitarra acustica dal sapore tetro ed oscuro. Non è certo la freschezza del sound l’arma degli Hocculta, ma l’esperienza insegna che non occorre necessariamente questa per suonare buona musica e Taste The Return lo dimostra pienamente. Gli assoli purtroppo non sono particolarmente curati e risultano quindi trascurabili, mentre la voce di Massimo graffia ed appassiona quasi come vent’anni fa. Il singolo contiene inoltre una cover: si tratta di una celebre hit dei leggendari Scorpions, Blackout. Niente di paragonabile all’originale, risalente al 1982, sebbene la nuova interpretazione rimanga pur sempre un esperimento gradevole e ben realizzato dal combo italiano. Senza minima ombra di dubbio il complesso teutonico omaggiato dagli Hocculta ha influenzato notevolmente il gruppo di Lodini fin dagli esordi e di conseguenza Blackout diventa un tributo quasi obbligato a Schenker e compagni.
Purtroppo il singolo dura soltanto dodici minuti ed è quindi difficile trarre delle conclusioni definitive. Fa sicuramente piacere che gli Hocculta siano tornati sulla scena, dal momento che l’Italia ha assoluto bisogno di band come questa. Tuttavia il sound dei pezzi contenuti in Taste The Return può sembrare qualcosa di datato e già sentito fin troppe volte. Rimane quindi da aspettare solo il vero e proprio ritorno, con un album e magari qualche data dal vivo, per poter giudicare appieno i nuovi Hocculta. Questo singolo resta comunque un buon antipasto, in grado di soddisfare specialmente i fanatici di Metal anni ottanta targato Italia. Taste The Return segna anche la nascita di una nuova etichetta indipendente: la Dedalo Sound di Milano, a cui vanno i complimenti per aver prodotto questo gradito ritorno e gli auguri per un buon lavoro futuro. Il singolo di Lodini e soci sarà disponibile presto sul sito ufficiale della band e sui principali e-store di musica digitale. Stay Metal!