- Barbara Jedovnicky - voce
- Rok Kolar - violino elettrico
- Tine Cas - chitarra
- Luka Verdnik - chitarra
- Lenart Jerabek - basso
- Mitja Melanšek - mic - batteria
1. Static
2. The Mirror
3. Teen
4. Miss You
5. Bow Link in E Minor
6. n.ss
7. Shut Up
8. Blah-Blah
9. Blind Date
10. Can't You Hear
11. At Ease
12. Yours Faithfully
13. Out of the Great Book of Fairy Tales
Out Loud
Chi recensisce deve ammettere di essere rimasto un attimo perplesso e diffidente di fronte al promo dei qui recensiti Naio Ssaion. Tra il perplesso, il diffidente e l’incuriosito in effetti, soprattutto di fronte alla copertina dell’esordio di questa band dal nome strano; a colpo d’occhio viene naturale pensare ad una fin troppo evidente manovra commerciale: pettoruta pulzella dallo sguardo ammiccante affiancata da rastaman biondo brandente violino elettrico, entrambi in abiti vagamente neogotici. Ma le apparenze non sono materia di recensione e allora, forse leggermente a malincuore, ci si accinge a valutare il prodotto, e si scopre una serie di cose interessanti. Innanzitutto che i signori Naio Ssaion sono sloveni, il che spiega, si suppone, il nome piuttosto inusuale della band.
Ma cosa ancora più interessante, viene fuori che i musicisti slavi non sono mica gli ultimi arrivati, avendo alle loro spalle, fin dal 2003, una carriera live di tutto rispetto, con aggiunta di palmares ben nutrito, guadagnato col sudore della voce e del violino premio dopo premio in giro per l’Europa centrale. Sul loro sito ufficiale i Naio Ssaion sottolineano con orgoglio la faticosa ascesa verso la firma del contratto con la Napalm Records, che ha l’indubbio merito di averli scoperti.
In ogni caso, il fatto che questa band basi, o almeno abbia basato in passato, la sua attività sull’esibizione dal vivo, non può che suscitare un sentimento di forte rispetto: non va mai dimenticato che la musica vera è quella suonata a contatto col pubblico, davanti alla gente.
Ma veniamo all’album, dal titolo Out Loud: i nostri in sostanza si ispirano a metà tra Lacuna Coil ed Evanescence, anche a livello vocale, con la brava singer Barbara che si sposta con disinvoltura tra i toni più asciutti di Cristina Scabbia e quelli più velati di Amy Lee, dando più risalto a brani che altrimenti risulterebbero piuttosto poveri, con strofe a cui l’uso di effetti di elettronica e una sezione ritmica poco convinta avrebbe altrimenti nuociuto.
Tracce in ogni caso brevi e orecchiabili, senza pretese di raffinatezza, forti di ritornelli che entrano subito in testa, di una elettronica accattivante e del già ricordato violino elettrico, che in certi brani (Bow Link In E Minor) fa’ la parte del leone, disegnando melodie che regalano qualcosa ad ogni brano, impreziosendolo. Brani di inizio album come Static o The Mirror potrebbero fare concorrenza senza problemi a colleghi ben più famosi grazie al loro notevole impatto sonoro, ma forse il punto è proprio quello, la fama, che talvolta arriva, talvolta no, a prescindere dall’abilità, dalla forza di volontà, dall’esperienza.
Sebbene la seconda parte dell’album divenga decisamente più povera di idee, ai Naio Ssaion non mancano le qualità per sviluppare un percorso più maturo e, perché no, per ambire a un posto più alto sulla scena, basterebbe muoversi con più personalità e incisività. Si consiglia a tutti i cultori del genere di tenerli d’occhio in futuro…