Jonas Stålhammar - Vocals
Denis Lindahl - Guitars
Staffan Johansson -Guitars
Dan Oberg - Bass
Johan Halberg - Drums
1. The Light of Day - 05:00
2. I Cross the Horizons - 04:25
3. In Misery I Dwell - 05:04
4. Saviour Reborn - 04:13
5. Sunrise - 05:45
6. Emotions Run Cold (Saints and Sinners) - 03:35
Across the Horizon
Il pullulare di piccole band che la Svezia possedeva a cavallo tra gli anni 80 e 90 era un evento fenomenale. Tante giovani ma potenti realtà si dividevano la scena e forse arrivavano al cuore dei metallari tanto quanto i “Big Four” d’allora in campo death metal: Dismember, Entombed, Unleashed e Grave. Queste realtà, a torto considerate “minori”, in realtà avevano semplicemente avuto meno fortuna giacché anche esse si formarono suppergiù alla fine degli Eighties ed anch’esse arrivarono alla pubblicazione di qualche demo o EP. Purtroppo per loro, l’avventura sovente finì presto, senza che la loro passione ed i loro sforzi venissero coronati con la pubblicazione di un album.
Oggi analizzeremo il caso degli Utumno, feroce death metal band proveniente da Västerås. Formatisi nel 1990, nella loro carriera videro la pubblicazione di due demo nello stesso anno (Desolation Domain e Twisted Emptiness), seguiti da una singolo l’anno successivo, The Light of Day, per poi arrivare alla pubblicazione di questo piccolo gioiello registrato ai mitici Sunlight Studios: Across the Horizon. Come molte della band di allora in campo estremo, la band si ispirava ai racconti di Tolkien, tanto che il nome Utumno si riferiva all’antica fortezza nordica di Melkor.
Passando ad analizzare il contenuto musicale del prodotto, un primo assaggio a base di death metal lo si può avere con The Light of Day. Putridi down-tempo in puro stile Grave ben si inseguono con repentine accelerazioni a base di riffs asciutti ed un batteria secca, decisa. Il vocione di Jonas conserva costantemente ad una sorta di timbro death/thrash, siccome mai esageratamente growl mentre, proseguendo all’ascolto possiamo notare quanto alcuni riffs non siano del tutto canonici per il genere: nelle classiche sfuriate spesso e volentieri notiamo una sorta di influenza progressive che intacca la struttura delle canzoni, rendendole maggiormente varie e ricche di cambi di tempo. L’immediatezza del genere mai svanisce ed a tal proposito citerei soprattutto l’inizio della successiva I Cross the Horizons ove feroci blast beats di batteria supportano un riffing in tremolo dalla vena black metal.
L’apertura di In Mysery I Dwell è a dir poco catacombale per poi ripartire con alcuni up tempo/blast beats di impatto devastante. I riffs sono marci fino al midollo e quando decidono di gettarsi sul palm muting acquistano una profondità immensa. Giunti alla quarta canzone, Saviour Reborn, possiamo in primis notare le linee soliste a dir poco raggelanti in concomitanza del refrain a creare un’atmosfera grottesca, tra sezioni maggiormente impulsive. Un’aura invece più surreale si può trovare negli arpeggi sia iniziali che piazzati a metà di Sunrise, traccia pregna di cambi di tempo e caratterizzata da alcuni riffs dissonanti, oltre che un prolungato assolo finale dall’andamento lento e meditativo. A chiusura di questo EP troviamo l’assalto frontale Emotions Run Cold (Saints and Sinners), traccia tirata caratterizzata da frangenti doom che non prende prigionieri per finire in violenza.
La mia raccomandazione è questa: se siete stufi di ascoltare i soliti, seppur ottimi album, da parte delle realtà storiche di allora, date una possibilità agli Utumno e non ve ne pentirete. Questa piccola gemma va riscoperta ed ora ne abbiamo la possibilità grazie anche a recenti ristampe.