Svafnir - Vocals
Triumphator - Guitars
Helsior - Keyboards
Stolas - Bass
Jonny - Drums
1. Dove l'Italia Nacque - 02:10
2. The Vitulean Empire - 02:17
3. L'Augure e il Lupo - 05:54
4. Ver Sacrum - 04:37
5. Suovetaurilia - 09:25
6. Legio Linteata - 06:03
7. Ballata d'Autunno - 01:42
8. Inverno - 07:33
9. Roma Ferro Ignique - 06:27
10. De Ferro Italico - 10:35
De Ferro Italico
Draugr è una parola che deriva dal linguaggio Tolkeniano (che a sua volta prende un termine dalla mitologia norrena) e significa “lupo”. L’animale in questione è il simbolo dell’Abruzzo, regione di provenienza di questa band che in pochi anni si è giustamente guadagnata tutta l’attenzione da parte del settore e che velocemente sta spargendo il suo nome tra gli appassionati di metal estremo. Il quintetto di Chieti con questo De Ferro Italico giungono alla pubblicazione del secondo album dopo Nocturnal Pagan Supremacy (2006) e già ora esso si conferma come un must della scena. Il gruppo in questi anni di attesa ha profuso una quantità incredibile di idee e potenza al fine di creare un’opera magna del genere, con riferimenti storici di incredibile pathos e accuratezza.
“Nell’anno bastardi 392, l’Imperatore Teodosio dichiara guerra al mondo Pagano. Attraverso i decreti, il fuoco avvolge ciò che rimane dell’antico culto, e le fiamme allungano l’ombra della croce e sotto di essa ogni resistenza annega nel sangue… Solo pochi uomini osarono sfidare la potenza della Chiesa, e questa è la loro storia…”
Questa introduzione, recitata ad inizio disco e che ritroviamo anche nel libretto curato del CD ci spalanca le porte ai Draugr, alla loro potenza musicale e alla loro voracità che ben si coglie dalle pesanti scudisciate black/death ad accavallarsi alle atmosfere folk. Una sensazione apocalittica ci avvolge durante l’introduzione a base di epiche melodie alternate a rumori di spade e scudi che si infrangono: Dove L’Italia Nacque ha inizio, per proseguire con la veemenza delle sezioni black a dividere la scena con elementi folk e riffs più melodici di una stupenda The Vitulean Empire. Esaltanti le basi di flauto a cura di Maurizio dei Folkstone di L’Angure e il Lupo, canzone con testi in italiano a scagliarsi violentemente contro la Chiesa, esaltando il culto Pagano. In molte sezioni la voce si mantiene su tonalità pulite al fine di essere maggiormente interpretativa, tuttavia alcune sezioni black metal si possono sempre riscontrare, seppur dal tocco melodico ed epico. Nei cori, tra gli ospiti, Kirion degli Sturmkaiser e Bonasone, proveniente dai Ciementificio.
Il contrasto black/folk si può nuovamente trovare nella complessa, da brividi Suovetaurilia. Base di batteria e linee soliste di chitarra in puro stile power metal, cadute nel black metal melodico e successivi break a base folk da antologia. Ver Sacrum con il suo tempo ritmato e le sue atmosfere medievali esalta le terre natie del gruppo, tra leggende di antiche battaglie e banchetti in oscuri castelli. Si prosegue nell’ascolto di quest’opera con la cornamusa suonata da Lore dei Folkstone in una a tratti velocissima Legio Lineata, perfetto connubio di black/thrash metal, epic metal e folk, in grado di regalare fortissime emozioni e sprigionare una forza indescrivibile. Le quiete ed evocative atmosfere di Ballata D’Autunno ci distendono prima che i blast beats di una vorace ma sovente melodicaInverno, fortemente debitrice allo stile scandinavo,Immortal e primi Ulver su tutti. Avvicinandoci alla fine del disco posso consigliarvi ancora la possente ed ispirata Roma Ferro Ignique, ove le classiche atmosfere dell’Antica Città vengono sapientemente addizionate alle influenze metal per un risultato stellare, anche a livello dei contenuti dei testi.
Roma cristiana brucia a termine del disco e la title-track ben ce lo descrive con tutta la cattiveria e l’ardore di una missione compiuta. IDraugr ora brindano e festeggiano la rivincita del Paganesimo con un disco epocale non solo per il nostro antico Paese. Il combo barbaro dall’Abruzzo merita tutta la vostra attenzione e le loro intenzioni sono tutt’altro che pacifiche. Già ora papabile candidato a miglior disco dell’anno in campo metal.