- Alva Noto - programming, electronics
- Ryuichi Sakamoto - pianoforte
1. Microon I
2. Reverso
3. Halo
4. Microon II
5. Pioneer IOO
6. Ionoscan
7. By This River
8. Naono
9. Microon III
10. By This River - Phantom
Summvs
Il ritorno sulle scene di Carsten Nicolai (in arte Alva Noto ) e Ryuichi Sakamoto non poteva essere più brillante. Dopo quattro album di indubbia qualità, in pochi avrebbero previsto un successore di pari bellezza, per certi versi ancora più profondo, più intenso. Coronamento dell’ormai decennale collaborazione tra il pioniere elettronico tedesco e il compositore nipponico, Summvs richiama in superficie i primi incantesimi minimalisti del duo, riabbracciando il linguaggio di un’avanguardia ormai sfociata nella solennità accademica e in una pacatezza quasi ieratica.
Inconfondibile e unica in tutto il panorama sperimentale contemporaneo, l’alchimia musicale di Alva Noto e Sakamoto si ripercuote in Summvs con classe e leggiadria: il simbolico ritorno allo stile dei primi, bellissimi due album Vrioon (2002) e Insen (2005) è diretto ma al contempo velato da una ricerca sonora ancora più sottile, culminante in un’atmosfera che è pura e intangibile sospensione sensoriale. Superata la cornice strumentale del precedente (e altrettanto toccante) utp_, realizzato assieme all’Ensemble Modern di Francoforte, Alva Noto e Sakamoto riesumano la propria simbiosi glitch/pianistica classica, seppur mutandone lievemente l’aspetto e le forme: Summvs riprende infatti l’attitudine degli esordi ma la distende, la espande, per certi versi la alleggerisce anche. Un album in apparenza freddo, pervaso da un gusto compositivo come al solito minimalista ma che in realtà nasconde al proprio interno un calore interiore estremamente accogliente.
Quello di Summvs è un divenire sonoro meno frammentato, nonostante la mano glitch di Alva Noto continui a farsi sentire, dimostrando al contempo di essere il vero diamante grezzo del progetto. Le costruzioni sintetiche del genio tedesco (pur proveniendo da un territorio come la glitch music, la quale ha nella frammentazione digitale del suono il proprio paradigma) non spezzano ma accompagnano, non rompono mai l’equilibrio ambientale e l’armonia atmosferica dei brani ma le arricchiscono. Ne è esempio Microon, suddivisa in tre capitoli separati, ciascuno dei quali modula lo stesso pattern melodico in un sottile divenire atmosferico, culminante nel procedere oscuro e ipnotico di Microon II.
Molto, in Summvs, è giocato sul silenzio, su un silenzio che è stasi e attesa, che è grembo materno del suono prima che nasca e suo letto di morte al cessare del suo enigmatico respiro. L’atmosfera è sottile, i dialoghi tra i suoni appena percettibili eppure presenti, immutabili, pesanti come testimonianze di un’arte magica secolare. Un percorso che giunge al massimo dell’intensità con Reverso (l’episodio più toccante dell’album), con la splendida Naono (undici minuti di pura astrazione atmosferica, culminante nella malinconica e al contempo più ariosa fase pianistica centrale) e, infine, con le due rivisitazioni del capolavoro By This River di Brian Eno, tradotto in un silenzioso sfiorarsi e intrecciarsi del pianoforte con il mesmerizzante glitch elettronico di Alva Noto.
Summvs, nonostante ricalchi una formula già declinata, emoziona e ipnotizza attraverso un linguaggio che, pur nel suo ostico ermetismo, trascende il semplice ascolto e penetra profondamente all’interno, si insinua con immutabile lentezza tra le pareti della pelle e le gallerie del sangue. Summvs raggiunge la sua aura perfetta quando si comprende che è un album estremamente fragile, forse ancora di più dei precedenti: quando lo si ascolta si ha quasi paura di poterne rovinare l’incantesimo, come se bastasse un solo, impercettibile movimento per far ritirare questa spaventata poesia del suono nel proprio guscio, nella propria casa.