Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Emanuele Pavia
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Thomas Martens - Chitarra
- Stef Broks - Batteria
- Edward Capel - Sassofono, Clarinetto, Effetti
- Younes Riad - Elettronica

Tracklist: 

1. Kanzi's World List
2. Silence
3. Slow Food
4. Galactic Improvise
5. The Fantastic Four from Hell

Cube X

Kanzi's World List

La riscoperta del free-jazz e della musica fusion negli ultimi anni ha avuto un'importanza innegabile nel panorama della musica rock e metal. Infatti, a seguito dei dischi di inizio anni '90 di gruppi come Atheist, Cynic, Phish e Praxis, che assorbivano e aggiornavano il linguaggio prog/jazz ai tempi del cross-over e dell'heavy metal, c'è stato un vero e proprio boom della musica contaminata da tali generi: spesso ciò è risultato in una mera accozzaglia di stili dal valore artistico irrilevante, altre volte in un song-writing convenzionale che preferisce puntare a una padronanza tecnica molto superiore alla media anziché a comporre qualcosa di nuovo, e solo in rarissimi casi si è potuto assistere a esempi musicali di valore.

Da questo vasto panorama emergono così gli olandesi Cube X per comporre la loro prima fatica discografica, Kanzi's World Music: si tratta di un EP dalla durata relativamente lunga (32 minuti), in cui la band prende a piene mani l'influenza derivata dalla passione e dall'ascolto di una vasta fetta di artisti jazz e fusion (dai Weather Report a Herbie Hancock, passando per Victor Wooten e Soft Machine) e la contamina con il crossover estremo di stampo Mr. Bungle e Praxis. Tutto ciò senza indulgere inutilmente in una ricerca del barocchismo fine a se stesso (meta che comunque talvolta raggiungono, sfiorando il sound di gruppi più artificiosi come Toto) e pertanto elevandosi dal mare di acts mediocri che puntualmente la scena del cosiddetto "jazz-metal" sforna ogni anno.

La title-track con cui si apre Kanzi's World List, introdotta da un riff metal di chitarra, a cui ben presto si aggiungono la batteria e la tastiera, rappresenta facilmente la summa della proposta dei Cube X in questo EP: assoli di sassofono, stilisticamente parenti di quelli di Soft Machine e Area, si alternano ad assoli di chitarra bucketheadiani, mentre una batteria incalzante e fortemente jazzata fa da collante alle improvvisazioni dei quattro strumentisti, occasionalmente accompagnata da effetti elettronici che talvolta ricordano perfino il krautrock; ancora più epilettica è la successiva Silence, in cui l'ingerenza di Praxis e Shining si fa più presente, che si destreggia tra folli estremizzazioni del jazz-rock zappiano degne dei Mr. Bungle e momenti più delicati, in cui l'impronta metal viene accantonata per far spazio a improvvisazioni (contaminate elettronicamente) debitrici dei Weather Report e di Miles Davis. Slow Food si apre invece con una melodia soffusa di chitarra per poi evolversi in un pezzo che sembra dimenticare l'aspetto metal e approfondire invece il lato fusion del gruppo, mentre in Galactic Improvise la band si cimenta in un'improvvisazione più libera e rumorista, retaggio del free-jazz di Ornette Coleman. Chiude infine l'EP l'autocelebrativa The Fantastic Four from Hell, che rappresenta un ultimo omaggio dei Cube X al jazz-rock di Frank Zappa (con tanto di chiusura cacofonica à la Weasels Ripped My Flesh).

In poco più di mezz'ora, quindi, si esaurisce la proposta di Kanzi's World List. Non si tratta assolutamente di un'uscita imperdibile visto l'ancora troppo presente legame con le influenze dei singoli musicisti (seppur questo EP non mancherà certamente di elargire soddisfazioni ai fan del rock e del metal più jazzato e folle), ma in ogni caso non è da sottovalutare l'interesse del lavoro, che fa facilmente sperare in una carriera personale che risollevi la qualità globale della scena da cui provengono.

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