- Katy Goodman (voce, basso)
- Jenn Price (chitarra)
- Jonathan Weinberg (batteria)
1. Beating Heart
2. Never Come Around
3. You're Going To Cry
4. Sleeptalking
5. I Promise You
6. Left This World
7. Hold
8. Under the Trees
9. Devils Hearts Grow Gold
10. Dove Into Love
11. Been Here Before
12. Lift Off
La Sera
Dimessasi momentaneamente dalle vesti di bassista delle Vivian Girls e dopo aver lavorato sul side-project All Saints Day, Katy Goodman avvia un terzo progetto tutto personale chiamato La Sera, il cui nome è ispirato, a detta sua, da un discorso ascoltato per sbaglio in uno dei suoi tour italiani.
La nostra indaffarata 'kickball' lascia così i muri sonori punk-pop delle Vivians per concentrarsi su un suono molto più morbido e più orecchiabile. Riprende infatti quella vecchia corrente dell'easy listening anni 50 che aveva portato al successo svariati gruppi femminili.
Ispirata principalmente da band quali le Shirellas, Wipers e Modern Lovers, intreccia qui suoni dai ritmi molto più lenti e poco spigliati, con rivisitazioni stilistiche in chiave dream pop, a cori tipicamente di casa Phil Spector. Il 'wall of sound' viene così sostituito da arpeggi più morbidi e cristallini.
Le 12 canzoni sono state scritte di getto, durante il breve periodo in cui la nostra bassista era tornata a casa successivamente i vari tour con le Vivians. E' quindi un contesto familiare e, come dice lei stessa, esclusivamente notturno, quello che la porta alla scrittura dei vari brani che sono incentrati per la maggior parte sulla morte e sugli amori.
Le tracce, come prevedono i canoni, non superano i due minuti e sono insiti di quelle melodie spensierate e quei leggeri riverberi di chitarra che, soprattutto in questi ultimi anni, stanno tornando per la maggiore.
Il disco si apre con il duo Beating Heart e Never Come Around (la quale creò un vero e proprio hype di contorno grazie anche al video dal tema horror-funny) che testimoniano una combinazione perfetta tra atmosfere dreamy e l'ottima voce solare di Katy, conferendosi probabilmente il titolo di pezzi meglio riusciti del lavoro.
Trovo tuttavia inutile andare ad analizzare i restanti brani in quanto gli arrangiamenti, che vanno a supportare la voce della rossa, sono alquanto ripetitivi e minimali senza effettivi cambi di ritmo.
La nostra non spinge praticamente mai sull'acceleratore tenendo per la totalità dei pezzi la stessa (seppur ottima) linea vocale, vagamente celestiale.
Peccano infatti di un'eccessiva ridondanza, cosa che gruppi come i Tennis o i Best Coast erano riusciti ad evitare proponendo lavori più frizzanti seppur nell'ovvietà della formula.
Si prosegue così inesorabilmente verso la fine del disco che in definitiva è sì un ascolto piacevole, magari ricercato per gli appassionati e senz'altro consigliato ai popkids, ma che non riesce a confermare le aspettative scaturite dall'ascolto del singolo di lancio.