Brilliant! Tragic!
Il pittore francese Jean Dubuffet classificava ogni forma d' arte prodotta dai carcerati o da altri tipi di persone ai margini della società come Art Brut. L' arte grezza, letteralmente, effettuata da non professionisti, e per questo senza possibilità di successo. Ecco perché, all' epoca del disco d' esordio, la band di cui andrò a scrivere scelse questo nome. Sembravano cinque sbandati americani, che tra un hot dog e l' altro ogni santo weekend si godono il baseball, visto che non hanno altro da fare.
E mentre durante un match tra Giants e Mets Stuart Murdoch li immortala in due sue righe Piazza, New York Catcher, loro non fanno una piega e continuano a pensare la musica con lo stesso identico atteggiamento, persino nel 2011. Poco conta alla fine se di americano probabilmente non hanno nemmeno le scarpe (i membri provengono infatti dall' Inghilterra o dalla Germania), e in fondo a loro cosa può importare se riescono a comportarsi da americani pur non essendolo? Eppure sono sicuro che in molti avrebbero scommesso su questa provenienza, quando Bang Bang Rock n' Roll conquistò le orecchie e poi i cuori di molti ascoltatori. Animo sincero e duro, mente sgomberata da ogni possibile successo e attitudine da anti rockstar: ''I can't stand the sound, of the Velvet Underground''; gridata sulla title-track, che invita a farla finita con le canzoni sul trittico sesso,droga e rock n' roll (frasi da far venire un mezzo collasso al frequentatore medio di questa webzine).
It's a Bit Complicated poi dimostrò di essere una copia nemmeno troppo sbiadita del precedente, con qualche spunto più ordinato ed elegante come Pump up the Volume.Il lavoro successivo, Art Brut VS. Satan, relegò la musica nell' ovile indie/rock, già di per se pieno, presentando composizioni che giocavano col ''soft'' rock, risultando gradevoli, veloci ed efficaci. Rispettando i tempi di incisione soliti (due anni da un album all' altro), arriviamo a Brilliant! Tragic!, prodotto, tanto per rimanere in tema di anti rockstar, da quel Francis Black che una ventina d' anni or sono con i suoi Pixies faceva doppietta con Surfer Rosa e Doolittle poi, due dischi da annoverare tra i migliori nella storia del rock indipendente. Da cui lo stesso Eddie Argos, leader del gruppo, ha preso lezioni di canto, stando alle sue dichiarazioni: ''We had more time in the studio this time too (about a week more) so Black Francis had time to teach me how to sing. I'm very proud that I sing on it. Only took four albums to start singing, not bad."
Il modo di cantare però non viene stravolto, anche perché marchio di fabbrica della band, ancora una volta fondamento importante su cui costruire un buon disco. Ma, ascoltando anche solo superficialmente le prime tracce, si avverte fin da subito che la sorta di talking-over timida e stonata qui si evolve in un cantato - a volte scanzonato, a volte sussurrato - decisamente più sicuro e meno spigoloso. Come ad esempio Clever Clever Jazz, gradevole intro, dalla struttura di certo non originale ma dotato della giusta carica.Sembra impossessato di un atmosfera tipica dei Pixies invece Lost Weekend, brano dove tutti i componenti si prendono il giusto spazio dando sfogo a quattro minuti di rock cantato a bassa voce. Ritroviamo poi gli elementi tipici degli Art Brut su Bad Comedian, sorta di title-track ove sembra chiaro l' intento di ironizzare sull' immagine del disco: la struttura ritmica è molto ben studiata, sorprendendo anche per la parte finale quasi unicamente strumentale. Sexy Sometimes in sostanza segue la falsa riga delle precedenti tracce, presentando semmai un piglio più adolescenziale adatto ad una canzone dalla struttura pop come questa. Is Dog Eared chiude questa prima parte, dominata dalla sperimentazione, con sei minuti di musica ragionata e adatta a spezzare il ritmo, soprattutto in un live.
Fiato alle trombe poi, perché nella seconda parte le canzoni sono tirate al massimo(a parte un eccezione).Martin Kemp Welch Five A-side Football Rules! ci dà l' idea di percorrere una discesa a tutta velocità, tanta infatti è la verve che ci porta ad Axel Rose, fulcro del disco, il liet motiv di Brilliant! Tragic!. In questo brano Eddie Argos canta al suo leggendario quanto discusso mito, gridando e sbraitando mentre dietro di lui l' ensemble fa il suo dovere, soprattutto le chitarre di Ian e Jasper che attaccano il ritornello. Subito dopo I am The Psychic parte con una batteria da Green Day che dominerà il pezzo, interrotta solo dall' inizio di Ice Hockey, formata prima dalla chitarra acustica, poi dai piatti e dalle chitarre, andando a costituire un pezzo dallo stile e dai cori indie/rock, e pure dal testo dove viene trattato l' hockey come una sorta di viaggio nello spazio. In chiusura Sealand riprende un vecchio motivetto su cui costruisce gran parte della struttura ritmica e richiamando a gran voce quella People In Love, canzone che a differenza di questa non aveva niente di armonioso.
Brilliant! Tragic! ha dimostrato di possedere tutti i requisiti per essere catalogato come un normale disco degli Art Brut, scendendo molto spesso a patti con canzoni più sperimentali e catchy senza mai venirne penalizzato. Manca qualche loro pezzo rock vero, non ci sono giustificazioni, però d' altra parte non si può dire di essere scontenti per quelli che ci sono, al di sopra sicuramente della media.
Si parla tanto delle numerosissime (e presunte molto spesso) next big thing, si parla molto pure di side-project all' insegna della sperimentazione, ma si parla sempre poco delle certezze. Bentornati Art Brut.