Best of the Decade
Cari amici e lettori di RockLine.it, è stato un decennio intenso quello che si è concluso da poco. Abbiamo assistito all'implosione e allo spezzettamento in mille realtà differenti di generi divenuti rapidamente popolari e influenti negli anni '90, come il nu metal e il melodic death metal, e contemporaneamente abbiamo visto sorgere nuovi trend mediaticamente d'impatto, come il fenomeno melodic metalcore o ancor di più quello emo (purtroppo spesso conformati ad un canone piatto e privo d'ispirazione). Abbiamo visto esplodere tutta una scena indipendente e hip hop alternativa, in particolar modo sotto l'egida dell'etichetta Anticon, nell'ambiente underground, ed un movimento revival del periodo post punk e del garage rock farsi largo nel settore mainstream contaminando la scena indie, che ha avuto il suo picco di dimensioni e popolarità.
Abbiamo visto l'elettronica idm e glitch raggiungere i suoi massimi vertici, il post rock popolarizzarsi (e saturarsi di emuli stereotipati) ed il post metal istituzionalizzarsi oltre che raggiungere la sua forma definitiva.
C'è stato anche un tentativo di effettuare un revival dell'hard rock, capitanato dai Darkness, ma ha fatto poca strada.
Rispetto agli anni '90 ci sono state meno innovazioni da un punto di visto numerico, meno capisaldi che dettano nota per nota un'intera scena, e soprattutto meno fenomeni generazionali come lo furono il punk '77 o il grunge - mentre riteniamo l'emo più che altro un trend che è stato mediaticamente pompato e sfruttato all'inverosimile dai discografici.
Per qualcuno forse è già un decennio inferiore ai precedenti, quantitativamente e (forse) qualitativamente parlando, ma questo è un discorso che va avanti da tempo immemorabile. Puntualmente ogni volta che un decennio musicale finisce, si rimpiangono quelli precedenti, visti come "più ricchi" ed "espressivi", salvo poi rivalutarlo col tempo e riscoprire una buona dose di capolavori perduti. Prima si dicevano peste e corna degli anni '90 e prima ancora era tabù menzionare gli anni '80, che invece al giorno d'oggi sono diventati quasi intoccabili; e forse un giorno toccherà anche ai 2000s.
Diamo quindi tempo al tempo e vediamo ciò che di buono fino ad ora il decennio ci ha proposto, allargando le nostre vedute e scoprendo realtà nuove e meritevoli che magari prima non conoscevamo, e che invece aspettano solo di essere ascoltate.
Noi dello staff di RockLine.it vi proponiamo intanto una selezione dei dischi, ordinati in base all'anno di uscita, che abbiamo ritenuto fra i più caratterizzanti e significativi (ma anche originali e innovativi) di questo decennio, divisi in due pagine.
Buona lettura e buoni ascolti!
Godspeed You Black Emperor! - Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven (2000) |
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(2000) Amon Tobin - Supermodified
Multisfaccettata, caleidoscopica ed eterogenea pietra miliare ricca di espressività e di flessibilità. Assieme a drukQs di Aphex Twin, Supermodified è il lavoro più rappresentativo dell'elettronica intelligente contemporanea, proprio a causa della sua strabiliante varietà stilistica e per la sua profondità espressiva. |
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Deftones - White Pony (2000) |
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(2000) Radiohead - Kid A (+Amnesiac)
Erano uno dei gruppi più rilevanti, creativi, influenti e mediaticamente importanti della scena pop/rock alternativa inglese (anche più degli esponenti più celebrati del fenomeno britpop...), eppure i Radiohead col cambio di decennio stravolsero la loro musica spiazzando critica e pubblico. Simbolo del folgorante cambio di rotta di Yorke e soci oltre che disco seminale per le future evoluzioni della corrente indietronica, Kid A è uno spartiacque assoluto del rock del 2000 e un'opera dal valore estetico/artistico non trascurabile. Questo senza scordarci di Amnesiac, concepito assieme a Kid A formando un binomio di dischi influenti ma praticamente a sé come stile. In Amnesiac, rispetto al predecessore, c'è una vena più rock e spigliata in alcuni brani che si sposa a meraviglia con la drammaticità post-industriale delle tracce più elettroniche, accanto a rivisitazioni psichedeliche e infiltrazioni jazz. In definitiva due pietre miliari di malinconia e atmosfere dolenti, nonché dei turbinii di riflessioni emotive su questa società. |
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Tool - Lateralus (2001)
Dotati di uno degli stili indiscutibilmente più personali e innovativi degli ultimi vent'anni, con Lateralus i Tool hanno realizzato quello che lo staff di Rockline ha consacrato come miglior disco di rock "duro" del decennio - e in ogni caso miglior disco della band, quindi poco da aggiungere. Vertice impareggiabile dei Tool e opera imprescindibile per tutto lo scenario alternative (rock e metal) che si è venuto a sviluppare di lì a pochi anni, e che tuttora risente fortemente delle invenzioni di Keenan e soci immortalate in questo capolavoro, Lateralus è un concept-album in cui le tracce formano un unicum compatto e fluiscono l'una nell'altra occupando 80 interi minuti di rock-metal viscerale, spirituale e progressivo. La voce di Keenan è camaleontica e adattabile alla perfezione nel costruire le atmosfere più azzeccate per le soluzioni sonore di chitarra e basso. In più, lo sguardo volto all'arte mediorientale, assieme all'abbondante e continua dose di effetti onirici sui cupi fraseggi chitarristici di Jones, gettano sulle composizioni quell'aura di mistero, di enigma, di irraggiungibile, tramite cui sembra di recepire la musica provieniente da un'altra galassia. Le atmosfere che creano i Tool in questo disco sono uniche e difficilmente rintracciabili altrove. |
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(2001) cLOUDDEAD - cLOUDDEAD |
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Opeth - Blackwater Park (2001) |
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(2001) System of a Down - Toxicity |
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Fennesz - Endless Summer (2001) |
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(2002) The Strokes - Is This It |
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The Libertines - Up the Bracket (2002)
Ripescando nel passato recente della loro adolescenza il meglio che la musica d'Albione ha saputo offrire all'ascoltatore nei decenni che li hanno preceduti (il punk nevrotico dei Clash, i jangle chitarristi degli Smiths, le melodie pop degli Only Ones), Pete Doherty e Carl Barat, giovani di belle speranze della nuova generazione brit, si infilano i loro jeans strappati, indossano un paio di luride Church's e riportano il garage-rock inglese a quel primato che gli spetta di diritto. In risposta ai newyorkesi The Strokes, con affetto e riverenza (ma non troppa). |
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(2002) Wilco - Yankee Hotel Foxtrot |
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The Notwist - Neon Golden (2002) |
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(2002) Today Is the Day - Sadness Will Prevail |
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Sigur Ròs - ( ) (2002) |
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(2002) Interpol - Turn on the Bright Lights |
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Zu - Igneo (2002) |
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(2002) Nile - In Their Darkened Shrines |
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Zu - Igneo (2002) |