Aperitivo stupendo e molto gradevole per quello che sarebbe venuto dopo. Vasco ha deciso di suonare praticamente tutta la track list di Canzoni da Spiaggia Deturpata. Ed è bello essere lì mentre Vasco, urla, urla in faccia senza stridere, con una lucidità innegabile che “tu avevi i vestiti adatti per le tue guerre stellari”; in questo modo si è messi al corrente senza troppi piagnistei da un ragazzo con una chitarra che, attraverso le sue parole meravigliose ancora più eccitanti dal vivo, vuole avvisare che il mondo sta andando in frantumi e nessuno è pronto (ancora) ad alzare la testa. Il pubblico conosce tutte le canzoni a memoria e molti si sono raccolti sotto il palco per dare l’ “ultimo saluto” a Vasco, visto che l’ultima canzone sarebbe stata Produzione Seriali di cieli Stellati.
E alle 22.30 eccoli salire sul palco, i Notwist.
La scaletta proposta, per nulla deludente, ha compreso sia brani di Neon Golden sia del più recente The Devil, You + Me. Sono state evocate dalla voce molto suggestiva ma allo stesso tempo veramente calcolata di Markus Acher le atmosfere tranquille, sognanti e oniriche proprie della musica e dei molteplici suoni del gruppo che sembrano giocare in un crescendo ma senza mai sembrare dispersivi o noiosi, si intersecano, si moltiplicano in un mischiarsi e disgregarsi di generi (inizialmente con il kraut-rock, poi con la musica d’avanguardia, il blues il jazz, fino ad arrivare all’elettronica e al minimalismo), propri del marchio del gruppo.
Le strumentazioni sul palco si sprecano: molto interessanti sono i due controller Nintendo Wii usati da Martin Gretschmann (molte delle persone tra il pubblico dopo averli riconosciuti si chiedevano se stesse giocando), che comandano un multitouch control surface for live performance, cioè un programma musicale sensibile ai comandi dei due Nintendo.
Il pubblico acclamava le canzoni più “vecchie”, quelle che avevano reso famoso il gruppo come Pilot, dove Markus canta “We step into a room/of opaque air” e la sua voce sembra confondersi con il canto dei fan in prima fila per poi vibrare fino in fondo, dove si vede la luna piena ergersi sopra il palco.
Le canzoni nuove si stagliano in quest’atmosfera in maniera commovente. Più fredde e inflessibili su disco, diventano stratificate e sedimentate in un suono più compiuto sul palco e coloro che avevano osato considerare l’ultima fatica del gruppo come un album minore, si sono immediatamente ricreduti.
I Notwist dopo cinque anni si fanno sentire. State attenti. Non perdetevi il tour invernale, perché rischieranno (prestissimo) di diventare uno dei gruppi più interessanti del panorama musicale contemporaneo.
Mariella Lazzarin