Primi a salire sul palco sono stati i Coffee Overdrive, forti dell’esperienza vissuta al Gods Of Metal dello scorso anno; con il suo Hard Rock ricco di influenze dal Metal di Black Label Society e Pantera, il quartetto ha dimostrato ottime capacità tecniche e una coinvolgente presenza scenica, senza però concentrarsi sul versante della qualità delle proprie composizioni. Poco originali e molto simili l’una all’altra sono sembrati gli episodi presentati nei venticinque minuti a disposizione: un approccio certamente divertente e spensierato quello dei Coffee Overdrive (supportati dal loro simpatico motto Hard Rock Harder Cock), ma mancano ancora strutture musicali complesse e mature.
E’ stata poi la volta dei torinesi Phersephone, con il loro Alternative Rock che stupisce per i meandri strumentali toccati, ma che non è in grado di trascinare pienamente. Buona la prova del cantante, che cerca di emergere con il suo tono determinato dal tessuto delle chitarre: se il gruppo si fosse esibito con suoni più convincenti e soprattutto con una maggiore precisione, sarebbe riuscito a scavalcare gli avversari, aggiudicandosi il primo premio.
Si è poi ritornati nuovamente nella dimensione del Metal con gli Idol, gruppo milanese molto diretto e travolgente con il suo Hard & Heavy di matrice ottantiana. Sebbene il genere non sia per nulla personale, perché proposto in mille salse dal periodo d’oro, gli Idol dimostrano una certa compattezza sul palco, affiancata da una presenza scenica divertente e spensierata, che risulterà vincente alla fine della serata.
Tocca poi ai pavesi Underwell spostare il fuoco della serata sui meandri del Metalcore carico di influenze Emo nell’apporto vocale: supportati da un’abilità tecnica decisamente superiore a quella delle altre bands in gara, gli Underwell sono comunque stati penalizzati dall’impianto dei suoni delle chitarre, confuse sia negli assoli che nelle ritmiche. Valida l’interpretazione del cantante, che ha variato il proprio timbro vocale dal profondo growl del Metalcore europeo agli scream tipici dell’Emo d’oltreoceano.
Non è infine mancata l’esplorazione del sound sporco di Seattle da parte dei pavesi Noiseful Bastards, ripescati in occasione della finale per la dipartita dei concittadini Without A Trace: quella dei Noiseful Bastards è stata un’interpretazione più matura e sicura rispetto a quelle della fase eliminatoria, ma il gruppo deve comunque trovare soluzioni più personali, perché gli elementi e le abilità compositive sono presenti e non vengono sfruttati al massimo.
Durante l’intero evento si sono anche premiati i migliori musicisti e le migliori canzoni dell’intero concorso, che sono risultati:
- MIGLIOR CANZONE: Baci di Dama (Noiseful Bastards)
- MIGLIOR TESTO: The Brainstormer (Noiseful Bastards)
- MIGLIOR MUSICISTA: Mimmo Cinieri (Koan)
- MIGLIOR VOCE SOLISTA: Marshmallow (Underwell)
- MIGLIOR Chitarrista: Johnny (Coffee Overdrive)
- MIGLIOR Bassista: Lu Woody (Idol)
- MIGLIOR Batterista: Massi (Underwell)
- MIGLIOR Tastierista: Jacopo La Posta (Without a Trace)
Per concludere, il progetto Orquestra si è notevolmente evoluto dalle edizioni passate, sia per quanto riguarda lo scenario in cui è stata organizzata la rassegna delle serate (il celebre palco del Thunder Road), sia per la possibilità conferita a ben 40 bands del panorama emergente italiano di aggiudicarsi un mini tour di 4 date in famosi locali e club della Penisola. I vincitori di Orquestra 4: Alternative Rock Contest sono risultati i milanesi Idol, che hanno battuto di 16 punti i pavesi Underwell e sono stati seguiti in ordine da Coffee Overdrive, Phersephone e Noiseful Bastards.
Non rimane pertanto che dire arrivederci al prossimo anno al progetto Orquestra, una delle realtà più significative nell’ambito dei concorsi del Nord Italia, perché capace di garantire spazio ad artisti promettenti e di far accostare decine e decine di giovani all’ascolto della musica indipendente italiana.
