Orquestra 4 - Semifinale 2
04/05/2008 - Thunder Road - Codevilla (PV)
Seconda semifinale di Orquestra 4 caratterizzata da un elevato livello tecnico ed un ottima presenza scenica da parte di tutti e 3 i gruppi in gara, qualità distribuite all’interno di stili e musicisti molto diversi gli uni dagli altri: salgono sul palco i Doppiosenso, i Koan e i Coffee Overdrive.




Anche questa sera, dopo le 3 bands in concorso, arriverà il turno di un emergente “celebre” che proverà ad aggiungere ulteriore curiosità e motivi di interesse alla già ricca serata in programma, così come è stato organizzato da Orquestra per tutta la fase finale del proprio concorso.

Dopo una rapida estrazione e l’annuncio dell’ordine in cui i gruppi si succederanno sotto gli occhi e le orecchie di pubblico e giuria, i Doppiosenso vengono chiamati sotto i riflettori del palco per inaugurare la serata. Questa giovane band di Pavia propone un’ interpretazione decisamente personale di quel Grunge sperimentale portato alla luce da bands italiane come Afterhours e Marlene Kuntz durante gli anni ’90: chitarre ricche di effetti sempre in primo piano che alternano arpeggi di grande atmosfera con corposi accordi gonfi di distorsione, il tutto mescolato con orecchiabili melodie e testi rigorosamente in lingua nostrana. Una sezione ritmica semplice ma robusta si preoccupa di sostenere con adeguata forza le urla del frontman, assolutamente il componente più estroverso e sicuro del gruppo, capace di catalizzare l’attenzione su di sé e rubare spesso la scena ai suoi compagni. Una creativa chitarra solista, originale e mai eccessivamente virtuosa, fa il resto, completando l’immagine di una band giovane ma esperta, benché le canzoni stesse fatichino a differenziarsi con decisione l’una dall’altra per colpa della ripetitività delle strutture e delle soluzioni.

Dopo mezzora scarsa arriva il turno dei Koan, anche loro di Pavia, anche loro forti di una grande sicurezza ed impatto scenico. La loro musica si distanzia geograficamente molto dalla proposta dei Doppiosenso pur rifacendosi allo stesso periodo, andando a pescare il Grunge primordiale dei Melvins, lo Stoner massiccio dei Kyuss e le metriche poliedriche dei Tool. Il loro suond è tellurico, viscerale, martellante, incede come un rullo compressore che asfalta le orecchie dei presenti. Il dinamismo non manca, le canzoni continuano a maturare e cambiare per tutta la loro durata, ripetendo raramente alcuni fondamentali passaggi e ignorando sequenze classiche e collaudate. Una voce rapace e magmatica si fonde perfettamente con la musica che la trasporta, andando a costituire un unico flusso devastato da cambi di tempo dispari e sincopati, che mantengono viva l’attenzione dei presenti. Il punto debole di questa band, che si dimostra ad un passo dal professionismo, è chiaramente l’eccessiva difficoltà di ascolto da parte di chi non è esattamente un appassionato del genere. Il loro suono non lascia spazio alcuno alla melodia o a soluzioni distese e rilassate, mostrandosi costantemente ossessivo ed oscuro, selettivo e “difficile”, sebbene di enorme impatto strumentale.

Ultima band in concorso sono i Coffe Overdrive da Modena, gruppo di palese stampo Hard Rock, che immediatamente fa capire quali sono i propri imbattibili punti di forza e le altrettanto evidenti debolezze. Pantera, Kiss e Jimi Hendrix le principali e dichiarate influenze che emergono dal loro stile, influenze che vengono espresse attraverso assoli di chitarra estremamente tecnici e veloci, una voce tesa e versatile ed un sostegno ritmico esperto e fondamentale. Le canzoni di questa band vantano tutti i crismi del perfetto pezzo Hard Rock, rinforzate da un enorme preparazione tecnica ed una capacità di “tenere” il palco come solo una band si professionisti può dimostrare. Il pubblico risponde bene, grazie soprattutto al coinvolgimento dei musicisti ed alle atmosfere richiamate, rifacendosi totalmente a ben più famose realtà statunitensi che hanno reso celebre questo genere dai primi anni ’80 in avanti. Oltre alle influenze già citate si potrebbero infatti menzionare anche i primi Bon Jovi e i Guns n Roses date il tipo di melodie proposte e la grande componente melodica presente nei loro pezzi, potenziali inni Rock da stadio. Assolutamente impeccabili sotto praticamente ogni aspetto, i loro principali e pesantissimi punti deboli sono l’originalità e la personalità praticamente pari a zero, difetti che in ogni caso non verrebbero presi troppo in considerazione dagli appassionati irriducibili del genere.

La band fuori gara si chiama Caminada, un trio Pop Rock con testi in italiano e contratto discografico con Major, che al confronto con le band in gara stasera si sono dimostrati degli agnellini, sia a livello musicale che scenico. La loro proposta è totalmente improntata verso la commerciabilità, canzoni costruite attorno a giri armonici e strutture prevedibili e già sfruttate da centinaia di band come questa, presentate con un’ impostazione educata e con suoni puliti e mansueti. Il poco pubblico presente durante la loro esibizione, notevolmente minore rispetto a quello attirato dalle bands in concorso, non fa che accentuare il senso di “già visto, già sentito” che i Caminada inevitabilmente trasmettono, contrastando inoltre con il tipo di serata sviluppatasi, improntata su ben altri tipi di suoni.

Arrivati alla resa dei conti sono gli esperti Coffee Overdrive a passare il turno, seguiti con disecreto margine dai Koan e dai Doppiosenso, assicurando così una grande dose di tecnica e professionalità alla finalissima di sabato 14 giugno.

Filippo Morini

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